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La mia scelta

Quando l’infertilità ha fatto capolino nella nostra vita, il primo impatto con il mondo esterno è stato quello della vergogna. Abbiamo sperimentato, come altri specie all’inizio, una dolorosa solitudine con la difficoltà a parlare di questa condizione con parenti e amici, soprattutto quelli con figli.

L’infertilità ci ha sottoposto a stress, sia al momento della comunicazione della diagnosi sia nella sua elaborazione e durante l’accettazione del percorso di PMA.

Confronti

In questo periodo mi capita di passare abbastanza tempo online, in particolare sui miei canali social.

Ho visto che a volte, basta lanciare un piccolo amo, che i discorsi vengono su a grappoli, altre volte dal nulla, una persona mi scrive una cosa, semplicemente perché ha voglia di condividerla con me.

Mi capita di mettere una foto con due parole e allora escono molti cuori e like, ma allo stesso tempo, a volte alcuni argomenti che ritengo interessanti, vengono quasi ignorati.

Che succede? Com’è possibile avere degli approcci così diversi?

Rifletto. Osservo

In questo periodo sono molto riflessiva. E osservatrice. Guardo che succede intorno a me e mi faccio delle domande.

Nel “gruppo PMA” che frequento su Instagram, in questi giorni stanno succedendo un po’ di cose, tipiche di chi affronta questo percorso: c’è chi inizia la stimolazione; chi deve intraprendere il pick-up; chi è ad un passo dal transfer; in attesa delle beta o con i referti in mano.

Non lo so se è l’impressione, ma negli ultimi anni mi sembra che siamo aumentate noi coppie da PMA e forse si è abbassata anche l’età di queste coppie (mi è capitato di commentare questa cosa con mio marito l’ultima volta che siamo stati in sala d’attesa al Centro).

Lunghezze

Siamo la società che conta tutto sui tempi: tempo di arrivo della metropolitana, tempo di cottura di un cibo, tempo scaduto per una gravidanza.
Oppure in passi: passi (e km) percorsi oggi e segnati dall'orologio digitale, passi di danza, passi che ci separano gli uni dagli altri con il distanziamento sociale.
Io invece, voglio contare in lughezze.
In questo percorso di attesa, c'è sempre qualcosa da contare (che siano follicoli, dosi di medicine, giorni di cova, beta..) ma siamo sempre così impegnati a misurare tutto, che a volte perdiamo il valore di quello che abbiamo davanti.

Empatia



In questi giorni il mix tra serenità e nervosismo è ai massimi livelli. Sono serena perchè la vita fluisce, il lavoro mi coinvolge sempre di più e il buon tempo aiutano l'umore, ma basta un non nulla, per farmi diventare un pò più aggressiva e pronta "al litigio".
Ho tanta energia, questo si, è un pò che non passo il dopo cena sul divano a dormicchiare, mentre Mr P. si guarda la fine del film solo.
Ma soprattutto, sono contenta dell'affetto che sto ricevendo e dalla forza che mi trasmettete voi, le persone che incontro in questo cammino della PMA.

Il mio compleanno

E' passato il mio compleanno. Nel weekend abbiamo festeggiato ed io sono stata una bambina felice felice felice, ma tanto tanto tanto (come ripeterebbe mia nipote) e mi sono sentita amata ed ho donato sorrisi veri, sorrisi al telefono e ho sorriso davanti ad ogni messaggio ricevuto.
I social aiutano, ma va bene così, un minuto del loro/vostro tempo è stato speso pensando alla festeggiata, mi sembra un buon compromesso nell'avere la notifica su Facebook e compagnia cantante.

Ho compiuto 37 anni e ancora non ho capito molte cose della vita: per esempio, non ho capito com'è che si fa per essere felici; oppure com'è che si diventa compagna/moglie e figlia esemplare; ma soprattutto ancora non ho capito, che il compleanno è un giorno come un altro, mentre io mi aspetto ancora tante torte e i succhi di frutta, le patatine ed i palloncini.. A volte praticamente, non ho capito come si fa a essere adulta!

E le amiche?

Quando amicizia e PMA si incontrano. O si scontrano. O insomma, momenti particolari da condividere con le persone giuste. Ma siamo sicuri che siano davvero quelle che crediamo noi?

Non voglio dire di avere "un'amicizia finita", ma per quanto nessuno ci creda, le amicizie finiscono. E pensate, si sopravvive anche alla chiusura di un rapporto di amicizia.
Da quando siamo piccoli, veniamo messi davanti a persone più o meno simili a noi; se volevamo litigare con qualcuno, bastava semplicemente mandarsi a quel paese e allora si scatenavano le ire degli dei. Oggi no. Troppo "vintage". Oggi invece se vuoi chiudere con qualcuno, potresti cancellare "l'amicizia da Facebook" o da Instagram.. bloccarla su WhatsApp. Basta pensare che che non c'è più bisogno di guardare le sue cose; il non voler guardare e sapere, ci da l'illusione di averla cancellata anche dai nostri pensieri. Ma come sappiamo, la vita va oltre qualche click.

Addio 2018

Non importa.
Perchè NO, non importa quanto sia stato lungo, difficile e particolare questo 2018; non ci importa ora quante delusioni abbiamo dovuto affrontare, quante paure abbiamo cercato di superare e quanti ostacoli cercato di saltare per poi, guardare avanti..
Perchè ci sono stati anche milioni di momenti allegri e spensierati, momenti che ci fanno anche dire grazie.

Spot e fertilità

Negli ultimi anni, la nostra società sta affrontando problemi si scarsa fertilità sia maschile che femminile ed il conseguente crollo delle nascite.
In effetti, dalla Germania alla Francia, dalla Danimarca all'Italia, tutti i principali paesi europei si stanno adoperando per creare una campagna di comunicazione sulla fertilità con spot, manifesti e slogan.
Inutile sottolineare che vi sono nette differenze tra un paese e l'altro, non solo a livello di comunicazione, ma a livello di interpretazione di fondo della questione.
Con il Fertility Day in Italia, sono state create più polemiche che altro: quello che si è capito da questa campagna (parliamo di un paio d'anni fa), nella quale si cercava di incentivare la fertilità, si adduceva che il problema fosse femminile, ossia fosse il tempo che scorre sull'orologio biologico femminile.

Social e vita reale


Il mondo dei social network (e ci metto dentro anche quello dei blog), è diventato una grande zuppa dove tutti scrivono e mettono immagini di qualsiasi genere.
Tutti, me compresa.

E' un mondo fatto di "lucine e ribalta", dove se su instagram non pubblichi la cosa più figa e trendy, sei tagliato fuori dal mondo.
Se su Facebook non scrivi ogni giorno dove ti trovi, che fai, dove stai andando, sei un perdente.
Se sul tuo blog, non ti metti in mostra in qualche modo, non avrai mai un seguito di lettori che possono far volare in alto le tue visualizzazioni.
Questa tecnologia va bene se usata per esercitare il libero arbitrio, la nostra capacità di critica, ma nella maniera più corretta, se possibile.
Ed io, NON SEMPRE L'HO FATTO, cioè, non sempre l'ho fatto nel modo giusto (ma senza cattiveria, sia ben chiaro!).


Mesi e nascite

In questi giorni con una bella aria calda d'estate, stanno succedendo delle cose molto belle.
Innanzi tutto, ho pianto da morire (saranno sicuramente gli ormoni, ma l'ho fatto col cuore), perchè mi è arrivata una bellissima foto, perchè finalmente è nata la "figlia" dalla mia amica di un blog, e mi sono sentita subito in pace ed in empatia con questa notizia, perchè sia io che la sua mamma, siamo andate dal Dott Claude, quindi spero davvero che grazie a lui, il  mio miracolo continui il suo cammino.
Un giorno mi disse la "mia amica virtuale": "il giorno che io finisco il tempo, sarà quello in cui avrai il tuo positivo. Il cerchio della vita non si chiude, ma continuerà.." e la ringrazio per quelle parole, perchè le ho messe vicino al cuore e ho sperato veramente che si avverassero.

PMA e tabù in tv

In questi giorni di letto e tv forzati (eh si, non riesco a leggere, mi si intrecciano le parole), mi sono inbattuta nel meglio e nel peggio della televisione.
Ogni mattina ho mandato un sms alla mia amica T. per farmi prendere un pò in giro, ma ieri mi ha risposto un pò piccata e ho riflettuto su quanto mi ha scritto.
Vi riassumo.
Praticamente la tv è piena di programmi felici, che raccontano la gioia e la felicità, in particolare quella della gravidanza e del parto.

Se ci pensiamo, è piena di "Mamme al via", "Teen Mom", "16 Anni e incinta", "Non sapevo di essere incinta", "Giovani ostetriche", "24 ore in sala parto", "5 gemelle sotto un tetto" e tante altre.. queste solo per citarne alcune. Tutte docu-serie che raccontano le bellezze della gravidanza e dei figli, mentre invece non c'è nulla che parli a chi non può avere figli - o solo chi non riesce.

Gravidanze e bimbi ai tempi dei social

Perchè quando vorremmo qualcosa, gli altri la hanno sempre prima di noi (e con meno fatica..) e ovviamente, non fanno niente per tenerla nascosta.
Questo succede anche per la gravidanza. Passeggiando, vedi mille ragazze con le panciotte o con il porta enfant con uno scricciolo dentro ma.. ne sono piene anche le home page dei social che frequento.
Ormai non c’è filtro, perchè in tante "amiche" approfittano dei social anche quando sono in dolce attesa. Dall’annuncio con foto alla prima ecografia, ai progressi del pancione fino al primo scatto al bebè (a volte basta una manina o piedino) è tutto un postare su Facebook, Twitter e Instagram, chiedendo consensi ai propri follower o solo per mostrare.

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