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Si. No. Forse

Quindi siamo nuovamente nel tunnel del post transfer, in quel limbo dove vorremmo sapere, o forse no, magari forse, che cosa succede dentro di noi.
Abbiamo detto nei tentativi passati, com'è difficile cercare di non pensare, di stare al meglio senza avere sempre l'orecchio teso e pronto a carpire ogni minimissimo segnale.
Ad aprile, le cose stavano così, mentre a giugno, ero un subbuglio di sensazioni che mi facevano impazzire!

Ma poi, a parte ribadire che "bisogna fare le cose che si ha voglia di fare, nel modo che ognuna di noi sente essere il migliore", che cosa dicono i medici?

Cose non mie

Se guardo il soffitto, è pitturato di bianco e ha un lampada che non riconosco; se guardo davanti, c'è una porta con un poster colorato; a sinistra un armadio pieno di vestiti che non sono i miei; a destra delle foto in bianco e nero, che non sono le mie.
Mi sono appena svegliata, adoro essere in questo stato di stanchezza dovuto alle emozioni ma anche al progesterone che inizia a fare effetto. Contavo i minuti dopo pranzo, i minuti che mi avrebbero riportata a letto.
Mica ho avuto una mattinata difficile, anzi: dalla posizione sdraiata sono passata al massimo a quella seduta a letto, con 2 paia di calzini per tenere caldi i piedi e la coperta di pile a farmi compagnia.

PMA, fino a che età è giusto?

Il titolo di questo post è un pò critico e pieno di polemiche. Polemiche perchè in questi ultimi giorni si sono scatenate delle vere e proprie campagne mediatiche per scoprire quale VIP ha ricorso alla PMA per avere un figlio, questo perchè, sempre più spesso si sente parlare di genitori abbastanza grandi, che più che da madre e padre, hanno l'età giusta per fare i nonni.
Si sono scatenati anche i talk show, dove donne più o meno giovani, raccontano le loro esperienza e motivi sulla scelta o meno nel volere un figlio.

Il caso è scoppiato quando, pochi giorni fa, una signora di ben 62 anni (un paio di anni in meno di mia madre), ha dato vita alla sua prima figlia, proprio in un ospedale romano. Ha avuto l'impianto dell'intero embrione a Tirana, Albania; lta mamma a 62 anni: parto da record all'ospedale San Giovanni di Roma
a scelta è caduta su questo tipo di donazione anche perchè la signora è single.

"Inside out", Gioia

Quando anni fa decisi di utilizzare l'immagine di Gioia, un personaggio del film animato Inside Out, pensavo solo al sentimento gioioso che lei emanava, ma oggi ho scoperto una "triste" verità: nella più classica delle caratteristiche di questi cartoni animati - più per adulti che per bambini -, la morale è sottile ma chiara: nella vita non c'è gioia senza tristezza (così come la luce non può esistere senza il buio..).

Nella nostra vita, abbiamo imparato sulla nostra pelle, come la felicità richiede anche la tristezza. E pure le altre emozioni. Infatti noi vogliamo essere felici in una vita reale, che comporta desideri e progetti etc.. etc.. ma ciò ovviamente ci mette davanti anche eventi spiacevoli, frustranti, ostacoli ed esperienze avverse. Vi ricorda nulla? Chiaramente con le emozioni che ne conseguono.

Impaziente, IO?

E' arrivato il momento di tirare le somme. Si avvicina la fine (fine dell'anno, fine dei conti, fine di questo percorso..) e quindi, da brava quadratina che sono, metto quasi la matita dietro l'orecchio e inizio a stilare una lista.
Ma prima di tutto, devo fare i conti con me stessa. Con questo stato a modi nuvoletta che mi flutta intorno. La mia non è "magia", ma è impazienza.

Essere paziente porta (e apporta) serenità nella vita di tutti i giorni, che si ripercuote anche su chi si ha intorno. Ho iniziato a tenere questo tipo di stress fuori dalla porta di casa, così quando siamo io e Mr. P. tra le nostre 4 mura, proviamo ad essere tranquilli e sereni, per passare il tempo insieme, anche perchè l'impazineza è amica dello stress!!
Pazienti però, non sempre ci si nasce, io no per esempio, ma si può provare a diventarlo.

Manca il caffè

Avete presente quelle mattinate che sotto le coperte si sta bene, bene allacciati in due, mani e piedi e, che se tiri fuori il naso, senti il gelo? Ecco. così.
Perchè il freddo sta arrivando e anche se fuori spunta il sole, inizia a tiare un vento fresco e pungente. Ma noi non pensiamo a fuori, che tra poco si va a lavoro (tra poco, c'e ancora tempo prima di prepararsi), così cuore a cuore, rimaniamo al caldo tra coccole e parole sussurrate. Ci raccontiamo il sogno che abbiamo fatto, prepariamo a voce i programmi per la giornata e poi, mi viene un pensiero e dico: "sai cosa mi manca? Che ti possa dire: amore, prepara il caffè. Allora, tu ti alzi facendo mille storie, metti la moka e torni a letto. Solo dopo qualche minuto quando sentiamo il fischio ci alziamo e arriviamo in cucina con l'odore del caffè che ci sveglia. Si, manca il caffè..". Ma non perchè  manchi davvero, abbiamo cialde a sufficienza, ma questo gesto semplice, il suono, l'odore familiare che ci fa sentire "a casa".

C'era una volta la IUI

E' passato un anno dal fallimento della nostra IUI (non vi ricordate cos'è? Andate a leggerlo in questo post dove l'ho spiegato) e dal nostro atterraggio (ammaraggio.. botto..??) in PMA, subito dopo la delusione per l'ennesimo arrivo del ciclo.

Mi ricordo con una sensazione di piacere quel pomeriggio in cui abbiamo fatto la IUI, perchè si, era il 4 ciclo di clomifene (quel farmaco usato per aiutare l'ovulazione) e questa volta, insieme ai monitoraggi e alla puntura  (che stimola l'ovulazione, praticamente tale e quale al post stimolazione) sarebbe stato inserito lo sperma direttamente nella cavità uterina con un catetere, piuttosto che con il classico "tet a tet" tra me e Mr. P.
Insomma, volevamo provare anche questa, così non avremmo pututo dire che non ce l'avevamo messa tutta.

Paura della paura

Qual'è la cosa che mi fa più paura? E' la paura stessa.
Sorridete pure se volete, ma stavolta il gioco di parole rende più che chiara la questione.
Così dopo un altro pomeriggio a parlare con la riflessuologa, mi sono aperta ancora, ho pianto, ho sorriso e le ho detto tante volte "hai ragione". Eh, si perchè pare proprio che fisicamente vada tutto bene, anzi, benissimo. Ho un'energia pazzesca e sarei anche pronta per affrontare questo nuovo tentativo ma, MA, se non mi sblocco da sola nei casini che ho in testa, è tutto inutile..
E si, ho proprio un gran nodo (come quando butti 4/5 collane nel portagioie e quando hai fretta e ne tiri una su, sono "magicamente" tutte attorcigliate), tutti i pensieri sono li, e vorrebbero che trovassi il capo della matassa.

Gira la ruota

Sono agitata. Stanca. Emozionata. Agitata, che l'ho già detto? Soprattutto agitata.
Vabbè, comunque è normale, perchè appunto sono e saranno giorni pieni di emozioni e di cose da fare, quelli che ci aspettano almeno per le prossime settimane. Perchè certamente quando devi fare una cosa, se ne accavallano altre 3/4/5 mila tutte insieme.

E ho ricominciato il protocollo (non vi ho tediato con la questione "è tornato il ciclo **çté#$&@Hzx** e quindi si riparte", mi sono "pianta" le lacrime tutte insieme..) per un nuovo transfer.
Come nei precendeti tentativi, vi avevo raccontato il mio NON stato di calma apparente (a marzo e a maggio), anche ora sono estremamente agitata, anche perchè, seppure ho già fatto 2 transfer, stavolta si fa con il un elemento congelato, quindi senza tutta la tiritera della stimolazione.

La donna che si lamenta


E' vero, è una caratteristica della natura umana quella di lamentarsi in ogni circostanza, ma ultimamente, io che sto facendo la lamentina per mille cose, mi trovo sempre più spesso a sbuffare quando si lamenta una donna incinta - che per giunta, sa quello che sto passando io! E' vero che i primi mesi di gravidanza portano uno scombussolamento così radicale che abituarsi costa tempo e fatica, ma nessuna di quelle con cui ho parlato nei mesi scorsi, si è mai messa nei miei panni?
In questo clima di stanchezza generale, ci si mette sempre l'incinta di turno a dare qualche consiglio o fare qualche commento fuori luogo, come se chi avesse davanti fosse un pungiball e non una persona con le sue problematiche. Ora che faccio, sorrido e dico "poverina"? A volte mi viene voglia di dire all'amicaincintaalprimocolpo (potremmo trovare una sigla, anche se potrebbe essere amicaincintasenzaproblemi) che se le racconto i miei, di problemi, magari qualche domanda in più inizia a farsela.

Giornate di pioggia

E' stato un weekend (un bel ponte, quello dei Santi e dei Morti, a dire il vero) denso di pioggia, pieno di rovesci sia del cielo che dentro di me (o fuori per meglio dire).
Sono stati giorni anche intensi, vissuti con degli amici venuti a fare un giro a Roma; a camminare e a mangiare le cose tipiche della nostra città; passati tra i libri in previsione dell'esame, tra lavatrici e momenti di respirazione-meditazione.

Sono stati giorni, in cui con Mr. P., siamo riusciti a ritagliarci anche un pò di coccole, magari abbracciati sotto lo stesso ombrello o stretti sotto le coperte, con poca voglia di alzarci per andare a lavoro. Ma sono stati giorni anche in cui ho avuto modo di pensare, di pormi domande sempre in merito alla nostra situazione.

Film e PMA: Private Life

Lo sapete che quando c'è un film o libro che coinvolge la nostra sfera di "procreazione assistita" e simili, mi piace parlarne, perchè realmente è un argomento ancora lasciato in disparte, quando invece coinvolge molte più coppie di quanto si pensi.

Private Life, diretto da Tamara Jenkins, racconta la storia di Richard (Paul Giamatti) e Rachel (Kathryn Hahn), una coppia che non riesce ad avere figli e cerca di salvare il proprio matrimonio. La coppia cerca disperatamente di avere un figlio.
Ma vediamo cosa succede: veniamo proiettati nella vita di una coppia che vive a New York, Richard e Rachel, lei scrittrice sulla quarantina, lui sulla soglia dei cinquanta e regista di teatro. I due da anni cercano di avere un figlio che, a causa di problemi di fertilità, non sono mai riusciti a concepire.

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