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Il figlio che non arriva

Quando parliamo di infertilità, spesso la associamo alla PMA e a tutte le coppie, che dopo anni di dolore, tentativi e prove, finalmente riescono a coronare il loro sogno stringendo tra le braccia un bambino.

Ma che succede quando invece, il figlio non arriva?

Sono una donna fortunata, siamo una coppia in procinto di conoscere il nostro miracolo ma sappi, che io ti vedo, capisco come ti senti e so per certo, che ti senti sola. Vedo il tuo dolore quando guardi tutti coloro che sbandierano i loro positivi, le loro gravidanze, le loro gioie; sento che ti arrovelli il cervello perché pensi “che cosa avrei potuto fare di diverso?”; cerchi nonostante tutto di navigare nel mare del tuo dolore, senza affogare.

Social VS my reality

Siamo arrivati ad un altro traguardo, la gravidanza prosegue: esami, analisi, visite si susseguono e spero di aver quasi finito. Questo però, non vuol dire che sia arrivata anzi, manca ancora un po’.

Ho fatto una nuova ecografia di accrescimento, il baby cresce tranquillo e per fortuna è posizionato testa in giù (continua a darmi calci sul fianco e si impunta sulla schiena, tanto che escono delle montagnette sulla pancia); l’ecografista mi ha detto che è un bel bambinone di quasi 50 cm e di peso stimato circa 3 kg. Povera me soprattutto.

In questo periodo in cui sprizzo felicità da tutti i pori, però non mi sento poi così tanto bene: cerco di finire di sistemare le cose che devo (o che avrei già dovuto terminare, ma ho procrastinato troppo), ma fisicamente le cose non sono proprio rosee.

Il singhiozzo

Una cosa curiosa che mi è successa (a me come a molte donne in gravidanza), è sentire ritmicamente dei colpetti dentro la pancia, non come fossero dei calcetti, ma direi più che altro dei sussulti.

Questa cosa dei movimenti per me è una delle sensazioni più belle della gravidanza e credo, che la pancia mi mancherà proprio per questo. Ancora mi emoziono quando fa qualche capriola o vedo la faccia stupita di chi, mettendo la mano sulla pancia, sente i suoi movimenti. Mio marito a volte ancora fa quelle facce come il primo giorno, e vorrei tanto che sentisse anche di più, così cerco di spiegarglielo, ma non è la stessa cosa. Il futuro papà non ha la possibilità di vivere la gravidanza al 100% e quindi il suo vissuto emotivo nei confronti del bambino ha sicuramente tempi diversi. Per questo ci stiamo impegnando entrambi a coltivare un dialogo, che riesca a far fluire emozioni e comunicazioni, per far sentire lui, più partecipe di questi cambiamenti.

E 8!

Finché non capita a te, non immagini sia possibile: Mr P. che mi depila e la sera prima di andare a letto, mi fa un bel massaggio alle gambe, visto che un giorno si e uno no, le mie caviglie somigliano ad uno zampone; questo tempo mi serve nuovamente per farmi sentire sicura sotto il suo tocco, mi fa sentire a casa. E sono grata per avere lui come compagno di vita e di avventure, che anche se è stato a lavoro tutto il giorno, è sempre pronto ad aiutarmi, a fare le cose al posto mio, ad essere un ottimo  marito (e sono sicura un bravo papà, anche se ha spesso la testa tra le nuvole).

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