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Raccogliendo i cocci


Il mio cuore vorrebbe un altro figlio, ma il mio corpo forse no. Realmente non sappiamo che succede, la PMA non è una scienza esatta, per quanto sia tutto calcolato, incappiamo in mille ostacoli.

Il mio corpo continua a tradirmi. Me la posso prendere solo con lui. Tanti sacrifici, tanti soldi, tante medicine... Tanta speranza che si è infranta. Sono passati 2 mesi da quel giorno, da quel transfer e vedo ancora nitida quella "stellina" che nel monitor viene rilasciata dentro di me.

Continuano a tradirmi numeri, quelle cifre che crescono, lente ma che salgono. Che hanno alimentato il mio cuore a suon di prelievi e di punture; mi hanno tradito le mie sensazioni, perché si, lo sapevo che ero incinta ed il mio cuore era gonfio di amore ed entusiasmo! Anche questa volta sono stata sopraffatta dalle emozioni, perché tutto mi portava a pensare che la gravidanza fosse partita bene: incroci di numeri per noi importanti, date non a caso, il mio compleanno - sarebbe stato il regalo perfetto - situazioni che si sono ripetute come per la gravidanza di baby1.

Ma lo sappiamo bene, sono le X, Y e Z che insieme rendono reale il tutto: alla fine, il mio caro Dottor A. ha provato di tutto, mi ha chiamato dicendo "signora non mi voglio arrendere con lei", quindi abbiamo azzardato una cosa "nuova", che pare aver funzionato qb per mandare avanti la speranza (tanto una puntura in più e una in meno, che cambiava? Mi si è infiammato il lato destro, gluteo e coscia per il Prontogest, mentendo a tutti, dicendo che era il nervo sciatico...).

Poi arriva il giorno dell'ecografia e si vede in utero una piccola macchia nera. L'ecografo spinge fino alle tube, controlla le ovaie... Ma probabilmente davvero quella che si vede, è una piccola camera gestazionale che si sta ritirando, le beta probabilmente sono cresciute per quella "spinta" in più che gli abbiamo dato, che pare possa influenzare il suo andamento.

Raccogliamo i cocci con mio marito, usciamo mano nella mano dopo aver già immaginato che sarebbe potuta andare male. Sospendo la terapia e dopo 3 gg arriva puntuale il ciclo, a ricordarmi rosso su bianco, questo ennesimo fallimento.

Il Doc mi dice che comunque a ciclo finito, devo ridosare le beta per vedere quanto scendono. Cosa che faccio dopo 2 settimane da quella ecografia, tra ciclo lungo (certo, è quello con gli ormoni) e le vacanze di Pasqua, devo trovare la mattina giusta per andare.

Immaginate la mia sorpresa, in negativo, nel ricevere un referto con 40.000 di beta. Panico. Il Doc mi dice di fare con urgenza un'ecografia perché probabilmente si trattava di una extrauterina. Sono a lavoro, chiamo mamma per fare andare a prendere il bimbo a scuola, mi asciugo le lacrime e parto con il mio gruppo (sono una guida turistica) alla scoperta dei resti della Roma antica.

Finito il tour vado in clinica (non riesco neanche a mangiare dal nervoso) e il dottor A. mi accoglie spaventato: era una gravidanza extrauterina con embrione con battito di dimensioni equivalente alle 8 settimane di gestazione, nella tuba destra, ma io ero completamente priva di ogni sintomo legato ad una GEU, ho avuto anche il ciclo e dalla precedente ecografia non si vedeva nulla. Lui è molto preoccupato, mi dice di correre in PS perché la cosa più importante ora sono io, e di aggiornarlo.

Ma tra le lacrime ed i singhiozzi torno a casa, precisa come sono mi organizzo una borsa per rimanere in ospedale, mio marito torna trafelato da lavoro ed insieme aspettiamo il piccolo a casa: gli dico che andrò fuori per lavoro un paio di giorni, ma lui ed il papà dormiranno insieme nel lettone.

In PS sono distrutta da questa nuova batosta emotiva e pensare di essere operata è davvero pesante. Le ostetriche, le infermiere e la ginecologa sono davvero dolci, lasciano entrare anche mio marito ed io, nella mia triste ironia, faccio anche ridere tutti. La cosa positiva, se così vogliamo dire, è che la tuba era intatta, quindi sono stata operata d'urgenza con laparoscopia la sera stessa che era giovedì, e il sabato all'ora di pranzo mi hanno dimessa dall'ospedale.

Sono stata meno di 48h in ospedale, ma ho passato mille fasi emotive. Il giorno dopo l'operazione ero tutta concentrata sull'aspetto fisico, ovvero su quanto tempo avrei ripreso al 100%, al dolore dei tagli, al pensiero delle cicatrici, al fatto di dovermi occupare poi del mio bimbo a casa.

La mattina del secondo giorno invece, sono crollata emotivamente: appena svuotavo la mente, scoppiavo a piangere, immaginavo il mio piccolo embrione, che ha provato a rimanere con noi, ma ha sbagliato strada. Che lui era vivo dentro di me e ora, mentre scrivo, sto piangendo.

È stata tosta, ho dovuto affrontare un doppio "lutto", perché per me la gravidanza si era interrotta già dopo la prima ecografia, invece ho dovuto rimettere tutti i miei sentimenti in discussione, e far finta di stare bene, con i sorrisi, le battute e tanto altro... Perché a quanto pare, quello che è successo è successo e devo solo guardare avanti (questa è una di quelle frasi che mia madre dice per consolarmi, ma che a me spezzano ancora di più il cuore).

Poteva succedere con una gravidanza naturale, può succedere con la PMA ed è successa a me! Questo secondo bimbo proprio vuole scappare!! Sono due transfer in 6 mesi che le beta sono positive ma poi evolve in altro modo. 

Sono rattoppata, ma il tempo di riposo è finito (alt, avete mai visto una mamma che davvero si riposa, anche dopo un intervento chirurgico? Spoiler: NO), così tornerò alla mia routine lavorativa e avrò modo di svuotare anche la testa, visto che a casa poi penso penso penso, mi sento un criceto su una ruota che non scende mai.

Sto bene. Starò ogni giorno meglio!

Ma un ringraziamento speciale voglio metterlo nero su bianco, a mio marito, che si è fatto in mille per farci stare bene. Anche lui è rimasto scottato da questa esperienza ed insieme, anche stavolta, troveremo la strada giusta per stare bene.

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