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Manca il caffè

Avete presente quelle mattinate che sotto le coperte si sta bene, bene allacciati in due, mani e piedi e, che se tiri fuori il naso, senti il gelo? Ecco. così.
Perchè il freddo sta arrivando e anche se fuori spunta il sole, inizia a tiare un vento fresco e pungente. Ma noi non pensiamo a fuori, che tra poco si va a lavoro (tra poco, c'e ancora tempo prima di prepararsi), così cuore a cuore, rimaniamo al caldo tra coccole e parole sussurrate. Ci raccontiamo il sogno che abbiamo fatto, prepariamo a voce i programmi per la giornata e poi, mi viene un pensiero e dico: "sai cosa mi manca? Che ti possa dire: amore, prepara il caffè. Allora, tu ti alzi facendo mille storie, metti la moka e torni a letto. Solo dopo qualche minuto quando sentiamo il fischio ci alziamo e arriviamo in cucina con l'odore del caffè che ci sveglia. Si, manca il caffè..". Ma non perchè  manchi davvero, abbiamo cialde a sufficienza, ma questo gesto semplice, il suono, l'odore familiare che ci fa sentire "a casa".

In questi giorni, dopo una settimana abbastanza convulsa e ritmicamente piena (tra cui monitoraggi ed esame fatto.. vedremo..), ci vuole anche un momento di relax. Così il weekend è stato bello pieno e ricco di sorrisi. Perchè si, tra amore e amicizia mi sono contornata di momenti molto belli. Ma ho avuto anche qualche ora di "tristezza", quella buona che ci riporta indietro con i tempi.

Infatti, visto che era un pò che mio padre lo chiedeva, sono andata nella mia vecchia camera a mettere un pò in ordine l'armadio. Ho buttato un sacco di roba (ma  che avrei dovuto fare con quella canottiera fosforescente che usavo negli anni 90? O con i pantaloni regalatami dal mio ex? Invece qual costume con l'elastico rotto?..) ma ho trovato anche dei veri e propri tesori: una tovaglia di mia zia, regalo per le sue nozze; alcuni vestitini miei da bambina, che mamma aveva lasciato fuori proprio per me; il primo body di ginnastica artistica e varie reliquie di nonna. Vi avevo raccontato come mi ricordassi i suoi profumi (in questo post) e, non so cosa sia, se una camicina da notte o una sottoveste, ma l'ho annusata e sono tornata bambina, a 6 anni, a rovistare nel suo armadio per cercare qualcosa. Perchè quel vestitino, mi ha ricordato lei, il suo armadio il suo amore per noi.

Ricordi, speranze, voglia di tornare indietro e tanta voglia di andare avanti..
E mentre con amica M. passeggiavamo complici, ci siamo dette che "no, non ci manca nulla. Siamo fortunate ada avere due mariti splendidi, una vita soddisfacente e serena". Eravamo solo noi stesse, sorridendo alla speranza di avere presto la pancia e due cuccioli da cullare, ma senza troppi piagnistei.

Perchè quello che stavo pensando li a letto, abbracciata a mio maritro, non era che mancava un figlio al quadretto, no, ho pensato solo, che mancava proprio il profumo del caffè..


1 commento:

  1. leggendoti mi sono ricordata di me, poco prima del transfer decisivo. Avevo raggiunto questo stato di calma e pace dove mi ero resa cont di essere già fortunata così :)
    credo sia la forma mentis giusta per affrontare tutto ciò.
    ti abbraccio e scusa se sono molto latitante!

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