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Impaziente, IO?

E' arrivato il momento di tirare le somme. Si avvicina la fine (fine dell'anno, fine dei conti, fine di questo percorso..) e quindi, da brava quadratina che sono, metto quasi la matita dietro l'orecchio e inizio a stilare una lista.
Ma prima di tutto, devo fare i conti con me stessa. Con questo stato a modi nuvoletta che mi flutta intorno. La mia non è "magia", ma è impazienza.

Essere paziente porta (e apporta) serenità nella vita di tutti i giorni, che si ripercuote anche su chi si ha intorno. Ho iniziato a tenere questo tipo di stress fuori dalla porta di casa, così quando siamo io e Mr. P. tra le nostre 4 mura, proviamo ad essere tranquilli e sereni, per passare il tempo insieme, anche perchè l'impazineza è amica dello stress!!
Pazienti però, non sempre ci si nasce, io no per esempio, ma si può provare a diventarlo.

Come possiamo "aiutarci"? 
  •  tirando un respiro profondo e contare fino a dieci prima di parlare (o agire);
  • evitando di sovraccaricarsi di lavoro (bhuaUAhhauuuAuuUauAUauauUAuaHuhahau), ovvero essere coscienti che fare troppe cose insieme predispone all'impazienza; 
  • cercando di essere pazienti prima di tutto con se stessi, non pretendendo troppo.
Ma l'impazienza, si dice che potrebbe essere "scritta" anche nel nostro Dna. A volte, qualsiasi cosa stiamo facendo, l'attesa sembra interminabile.. specie chi come me è SEMPRE IN ATTESA. Ecco perchè ho dato questo nome al blog, perchè in un modo o nell'altro, sono una persona che cammina sul filo di un funambolo, sempre aspettando qualcosa..
Sono poche le persone dotate realmente di pazienza, soprattutto perché viviamo in un mondo che corre (avete un pò imparato anche a conoscermi).
Tutti commentano con "non essere impaziente, la vita al momento giusto dona e restituisce tutto ciò che ci appartiene". Non dico che "tutto ciò che desidero debba avverarsi subito", perchè credo che esista in realtà un momento giusto per ogni cosa, però ora, a questo punto, mi aspetto qualcosa di più (ahi ahi.. queste benedette aspettative!). Tra le varie frasi fatte di chi ti incontra per strada, c'è la tipica "ricorda che arriverà soltanto quando sarete pronti ad accoglierlo/a".
Dicono che il tempo sia il miglior maestro e il miglior compagno della nostra vita: ci insegna ad amare e viver al meglio ciò che abbiamo (nel presente)..
Lo so, spesso perdo la pazienza - sono impaziente - perché la mia mente è costantemente proiettata verso il futuro. Non ci riesco ad essere più consapevole di ogni singolo momento della vita, cioè ci provo, ma poi ricado nel baratro dell'attesa. Dovrei davvero usare come mantra "ogni singolo istante della vita è un tesoro prezioso".
Un cosa che invece mi aiuta, quando sento che sto arrivando al limite, è meditare, cioè respirare più consapevolmente, perchè mi consente di allentare la presa e di sviluppare pazienza; il solo respirare è straordinario nei suoi effetti. Provo a fare un respiro profondo, sento l'aria scivolare nei polmoni e accolgo il flusso di "serenità" che ne segue. Mi sembra come di visualizzare la tensione che esce dal corpo. Dura poco, ma aiuta.

Che consiglio mi date? Io posso provare a dirmi che coltivare la pazienza può essere d'aiuto per imparare a vivere nel presente. Non posso sapere cosa mi riserverà il futuro, l'unico modo per saperlo è aspettare e provare a migliorare la vita, passo dopo passo.

Ps: vorrei essere paziente come Penelope, che aspettava il ritorno del suo amato. E nonostante gli anni e le disgrazie, lei era sempre li ad attenderlo. La sua forza l'ha premiata! La pazienza è l'incontro tra forza e attesa; come osservava Jean-Jacques Rousseau, "la pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce".
Ps2: sono bombardata di estrogeni da 12 gg.. Immaginate il mio umore! 


3 commenti:

  1. Sono l'ultima che può darti un consiglio perché tu sei già un passo avanti a me. Mi ero riproposta, con il tempo in più in mattinata (lavoro al pomeriggio) durante questo post transfer, di iniziare ad avvicinarmi al pilates, quanto meno per la respirazione. E non l'ho fatto.
    Voglio essere sincera, quando ho letto "Tutti commentano con "non essere impaziente, la vita al momento giusto dona e restituisce tutto ciò che ci appartiene". " sai quale è stato il mio pensiero istintivo? "Col cavolo!"
    Ecco, capisci dunque che sono un caso perso.
    Tuttavia sto facendo un esercizio che poi è lo stesso di cui scrivi nelle ultime righe: passo dopo passo. Ho incentrato due cose importanti della mia vita ed entrambe me l'hanno salvata (la vita) su questo ragionamento, ma con la pma mi riesce davvero difficile. Quindi sloooow, respirazione e passo dopo passo. La verità è che in questo percorso non abbiamo una vera meta o almeno non sappiamo se la raggiungeremo mai, per questo ci risulta più difficile.
    Quanti pensieri sparsi e confusi che ti ho lasciato :s

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    1. Grazie per i tuoi pensieri, è bello che tu li abbia condivisi. In questi mesi ho provato a ragionare con me stessa, ma se sono tonda, potrò mai diventare quadrata? Provo a concertrarmi su altro, a vivere passo dopo passo.. ma poi riprendo il ritmo di due passi per volta :-)
      La PMA ci può dare molto, ma ci sta togliendo tanto. Un anno fa, non immaginavo di avere questa forza, oggi però sono stanca di dirmi che "si sono forte". Ho un pò la sindrome di Cenerentola, agli altri va sempre bene, a me (povera sfigata) no.. Quindi nei momenti di umore super basso, continuo a piangermi addosso. Ma che bello quando invece mi sento bene, come ieri, quando mio marito mi ha detto "hai gli occhi che luccicano, mi piaci anche di più così.."!
      Aspetto notizie alla fine del post transfer. Ti abbraccio (con le dita incrociate)!

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    2. Ok, tu la chiami sindrome di Cenerentola. Noi invece l'abbiamo battezzata "sindrome di Calimero" :D Quindi si, durante questi anni (in realtà dal 2012) abbiamo iniziato a lamentarci con questa cosa per svariate "sfighe" alle quali poi si è aggiunta la pma prima e la malattia di marito poi.
      Però su questa cosa sapessi quante cazziate abbiamo preso dalla psicologa!!!

      Comunque sia, che bello sentirsi fare certi complimenti dai mariti: a me ieri è successo che sono tornata stanca e sfattissima da lavoro, mi sento un palloncino rotolante e lui mi fa mentre ancora non toglievo il cappotto "ma che bella che sei". Ecco, nonostante per fortuna lui non sia tirchio di complimenti come me, sono questi gli attimi, gli sguardi che mi porto dentro quando ci sono le giornate no.

      Un abbraccio a te :***

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