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Un potpourri tra Fede e PMA

Sono stata sempre ottimista, pronta con il sorriso sulle labbra anche se dentro ero a pezzi. Ho sempre cercato di seguire la voce dentro di me e ho sempre pregato, tanto.
Anche oggi, parlo con il cielo e chiedo costantemente di aiutarmi/ci: prego lui, lei e tutti loro. So che c'è un progetto già scritto, sicuramente perfetto per noi, per questo chiedo di illuminarmi durante la strada, di non lasciarmi/ci mollare.
Vi ho parlato del mio rapporto con la fede (molti post fa..), e ad oggi, anche se a volte sono più arrabbiata e delusa, continuo ad essere legata a Dio e alle preghiere.
Gli ho chiesto sempre di avere cura di non farmi soffrire troppo, anche se questa ricerca ci sta mettendo alla prova e di dolori, ne abbiamo avuti non pochi. Ho sempre detto anche "grazie, perchè è un dolore che potrà essere ricoperto da una bella notizia, non è una malattia, non è una morte..", ma allo stesso tempo, non è il grado di dolore a farmi sentire "più fortunata". Ogni passo che abbiamo fatto in questi anni con la PMA, l'ho fatto pensando che così è scritto: ogni tentativo, ogni attesa, ogni prova.

Sto cercando di capire, leggendo tra le righe, se quello che vogliamo intraprendere, sia il cammino giusto per la nostra famiglia; cerco di aggrapparmi alla Fede come un barca nel mezzo della tempesta, perchè fino ad ora mi ha aiutato a restare ancorata quando mi sentivo sconfitta e stanca.
Solo Dio sa cosa accadrà e che devo avere fiducia in lui. Che ho fatto il massimo che potevo, che ci siamo rivolti a lui per aiutarci.

Ora però, vengo assalita da dubbi. Sono pensieri legati a quello che vogliamo fare, alla procreazione eterologa. E se questo non fosse "quello che lui vuole"? Sto leggendo tante cose CONTRO, quando io invece non vedo perchè non possiamo usufruire della scienza e di un DONO (quindi atto di amore), da parte di un donatore per poter essere genitori.
Con l'eterologa non tradiamo nessuno, il figlio (se arriverà) sarà benedetto dal Signore, perchè è la vita che si rinnova e vince su tutto.

"La fecondazione eterologa lede i diritti del figlio, lo priva della relazione filiale con le sue origini parentali e può ostacolare la maturazione della sua identità personale.
Questo impoverimento dell'atto procreativo costituisce un'offesa alla dignità del figlio che viene procreato. Un atto di procreazione senza l'espressione corporea risulta privo non tanto dell'elemento biologico (che si recupera tecnologicamente con il trasferimento dei gameti), quanto della comunione interpersonale che si può esprimere in modo completo attraverso il corpo. La caratteristica dell'amore coniugale è la sua totalità e la pienezza del dono delle due persone. La sostituzione del gesto corporeo con la tecnica determina una riduzione dell'atto coniugale, un suo declassamento alla tipologia di atto tecnico". [...]

Credo che in questa sfera cosi intima la religione non debba entrare, ossia, può dare un giudizio ma non trovo cioè estremamente FUORI dalla portata.. come una coppia decide di avere un bimbo è affare della coppia che avrà la sua coscienza e i suoi limiti fisici e mentali.
Dio ci ha donato il libero arbitrio e come tale ognuno di noi sceglie per sè. Se questo figlio arriverà, non penserò mai che sia figlio del peccato o non mi vergognerò pensando al "nostro non atto fisico di amore carnale, proiettato solo alla procreazione". Non avrò problemi a pensare di battezzarlo e di presentarlo a Dio. Perchè? Che potrebbe aver fatto di male?

La scelta di ricorrere alla fecondazione (omologa o eterologa) non mina la stabilità della coppia, ma rafforza il progetto di vita/famiglia/genitorialità; lo trovo un atto d'amore che supera il puro dato genetico. La "naturalità genetica" non è più il solo criterio valido per affrontare la genitorialità, ma predilige la scelta di diventare genitori di un figlio desiderato.

E' un discorso lungo, con mille sfumature. Non si può chiudere in poche righe su un post. Ma dentro di me ho sentito la necessità di mettere nero su bianco alcune considerazioni.
E voi, in breve, che ne pensate?

3 commenti:

  1. Cara i tuoi dubbi sono legittimi, anzi sarebbe strano il contrario, me nessuno potrà dirti se la scelta dell'eterologa è giusta o sbagliata semplicemente perchè in queste cose non esiste ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Esiste il limite personale di ciascuno di noi... che io PERSONALMENTE ho deciso di spostare un po' più in la di quello che mi sarei immaginata ma ora ho mio figlio ed alla donazione veramente non ci penso mai.

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  2. Ciao! Sono pensieri molto interessanti che capisco al 100%. Leggendo quello che riporti mi viene da dire che il rivolgersi alla PMA è un enorme gesto di coppia, il ricorrere con forza e convinzione a queste tecniche richiede una coppia unita e forte, un’intimità che supera abbondantemente quella dell’atto coniugale!
    Sono cattolica anch’io e spesso allontano questi pensieri per non aggiungerli al milione di cose di cui ho paura, però è bello leggere di altre persone che si fanno le mie stesse domande!

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    1. Ciao. Se uno dei due ha solo 1% di dubbio, si possono creare crepe irriparabili. Ne parlavamo ieri a cena con mio marito: se non fossi stata io a studiare, documentarmi e prendere in mano la situazione, lui sarebbe stato fermo, ma solo perché aveva bisogno di me che lo prendessi per mano e lo introducessi in questo vortice. Ma lui non ha mai tentennato, ha sempre pensato fosse la scelta giusta.
      Pensare ad un figlio (naturale, con pma, tramite adozione..) è ASSOLUTAMENTE un gesto di coppia, una cosa che si cerca e si vuole INSIEME.
      Anche io a volte mi allontano dai pensieri, e credo che questo percorso, per me/noi, sia una prova di Dio per metterci alla prova.
      Torna a leggermi quando vuoi.

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