Sarà che avere un piccolo a carico, è un impegno a 360 gradi, specialmente dal punto di vista emotivo. Questa estate abbiamo avuto due lutti importanti in famiglia, quindi forse per questo, inizio a pensare "e se a mio marito succedesse qualcosa?" oppure "se a me succedesse qualcosa?"
Sono andata a fare la mammografia davvero spaventata, sperando che tutto andasse bene e dentro di me suonava l'idea "e se ti dicessero qualcosa di male, come lo potresti affrontare tu? Come lo potrà affrontare la tua famiglia... e come potresti dirlo al tuo bambino?"
Sì forse sono un po' paranoica ma sto anche crescendo e soprattutto, vedo anche i miei genitori che sono più vecchi, più fragili e quindi ora, con le lacrime agli occhi, penso quando loro non ci saranno: non sarò più figlia, ma dovrò essere io responsabile di quello che c'è.
Guardo mio marito che ha dovuto diventare di colpo anche il "capo" della sua famiglia di origine, penso a come non abbia esternato del tutto il suo dolore (un po' per carattere, un po' per farsi vedere forte) e dico "io come potrei affrontare una situazione del genere quando si presenterà per me?".
Ecco, mi guardo intorno e cerco di godermi ogni giorno quello che ho davanti: i sorrisi, gli abbracci, i momenti solo nostri... E li fotografo con la mente, perché non devo avere paura. La paura va sconfitta a suono di ricordi e di bei momenti.
Quando dovremmo affrontare il resto, lo faremo sempre insieme, con l'amore l'affetto e l'affiatamento che ci contraddistingue.
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