In questo periodo il piccolo si è abituato alla sua nuova vita, mentre noi genitori dobbiamo imparare a comprendere il bambino attraverso i segnali che ci manda (pianto, movimento etc).
Durante questo periodo, è vero che l’unico modo per poterlo calmare è tenerlo in braccio - povera la mia schiena, un’esigenza che in molti chiamano “vizio” (pure la suocera), anche se questo è un bisogno fisiologico che prende il nome di #esogestazione.
A volte sembriamo scordarci che i neonati sono stati tanto tempo dentro la nostra pancia, a stretto contatto con noi; rannicchiati per 9 mesi in un luogo nel quale si sono sentiti protetti e al sicuro, al caldo, mangiando dormendo giocando ai loro ritmi.
Improvvisamente vengono catapultati in un mondo con suoni, rumori, luci e stimoli esterni a loro sconosciuti, una vita che può far paura e alla quale si devono abituare pian piano.
“La gestazione di una donna ha una durata complessiva di 18 mesi", questa frase racchiude due periodi inscindibili, caratterizzati dalla ricerca costante del contatto fisico tra madre e figlio:
- endogestazione (dal greco, significa “dentro”) è quella che noi chiamiamo gravidanza, ossia il periodo dove il bambino è dentro il ventre materno;
- esogestazione (dal greco, significa “fuori”) è la gestazione fuori dall’utero, il periodo di 9 mesi che va dalla nascita al gattonamento, in cui il bambino manifesta lo stesso bisogno di contatto materno ricevuto quando era ancora nella pancia della mamma.
Questo è un momento di cambiamento per il piccolo, infatti si sveglia di più la notte (ora che sembrava aver preso quasi un ritmo), richiederà sempre più attenzioni e la nostra presenza e paradossalmente, vorrà essere allattato più spesso.
Con la fine dell’esogestazione, a 9 mesi, il bambino realizza di essere un individuo indipendente dalla mamma, di essere “altro”. Inizia ad esplorare in autonomia e, se da una parte questo lo emoziona, dall’altra può creare in lui un senso di insicurezza - è solo. Più si allontana dal luogo in cui si sente protetto, più avrà bisogno di conforto e conferme.
Dolce figlio mio, questo viaggio di gestazione è stato intenso e non smetti mai di stupirci. Ora inizia il tuo percorso allontanandoti ogni giorno di più da me, per creare la tua indipendenza, carattere e forza.
Ma noi, mamma e papà, saremo sempre qui pronti a tenderti le mani, ad aiutarti, consigliarti e pure sgridarti, che non guasta mai!
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