Sono anni che continuiamo a cercare la gravidanza, sono anni in cui abbiamo avuto più esiti negativi che positivi (basta pensare all’arrivo del ciclo ogni mese) e questa sensazione di inadeguatezza e di fallimento ci prende alla bocca dello stomaco, ma indossando la nostra maschera migliore, andiamo avanti ed ingoiamo pezzi di vetro immaginari che di graffiano la bocca ed il cuore.
Fin da quando siamo bambini, ci spingono ad ottenere il miglior risultato a scuola, nello sport; ci dicono che puntare in alto è importante per farsi valere nella vita e molto spesso, il nostro impegno non viene neanche ripagato come dovrebbe.
Eppure MAI ci dicono “non ti preoccupare, fallire fa parte di questo progetto”.
Bisognerebbe dirci, da quando siamo piccoli, che è importante accettare il fallimento, perché non è necessariamente una vergogna o un motivo per mollare tutto e abbassare la guardia.
Dovremmo ora, da adulti, guardarci indietro senza rancore, pensando che “senza questi fallimenti, non sarei qui”, cioè a volte io e mio marito ci confrontiamo e siamo certi, che quello che abbiamo vissuto in questi anni, in positivo ed in negativo, se ci hanno portato qui, ci hanno reso senza dubbio le persone che siamo oggi. E ci piacciamo per come siamo diventati e per le esperienze che abbiamo vissuto.
Bisognerebbe insegnare a reagire ai colpi della vita: questa si chiama resilienza, cioè la reazione di chi, di fronte a un trauma non si spezza, ma si adatta alla situazione e continua ad andare avanti; sarebbe opportuno prendere il proprio fallimento e farlo diventare “uno step” verso quelli che vorremmo diventassero i nostri successi.
Spesso al bambino si dice che fallire è da deboli, invece io credo che non sia un qualcosa da cui fuggire, ma il fallimento va affrontato, in quanto è un’occasione importante per crescere, e imparare come reagire alle sconfitte.
I nostri genitori, i nostri insegnanti, chi ci accompagna nei vari percorsi della vita, dovrebbe far apprezzare gli errori che vengono fatti, che consentono di imparare per il futuro.
Si dice “Il successo è cadere nove volte e rialzarsi dieci”, perché bisogna trovare sempre il coraggio di reagire: questo è ciò che conta davvero. Non vale la pena piangersi addosso, ma imparare il più possibile dalle nostre cadute. Sarebbe inutile cadere senza averne colto un insegnamento, rimanendo al punto di partenza. Bisogna affrontare i problemi e i fallimenti, sbatterci la faccia finché non si arriva a capire cosa si è sbagliato e correggendo l’errore, si spera di arrivare al successo.
Io nel mio piccolo, dal punto di vista lavorativo ma soprattutto in questi percorso di ricerca, ho indossato sorrisi falsi, versato lacrime amare e detestato ogni fallimento. Ma oggi, mi sento una persona diversa, pronta ancora una volta ad affrontare gli ostacoli della vita e sempre convinta che ogni pezzo del puzzle andrà al suo posto e finalmente, nella nostra vita arriverà l'ora del tanto guadagnato (e sognato) traguardo.
E voi, come affrontate un fallimento, in prospettiva di un successo?
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