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Tutto facile

Sembra tutto così facile. Quando guardi un film o una serie tv in cui si parla di coppie che non possono avere figli, molto spesso non è inquadrata la questione nel vero modo, anzi, sembra che tutto si possa risolvere in breve tempo, senza pensarci troppo, con uno sciocco di dita e sicuramente più sorrisi che lacrime.

Ho visto una puntata di una serie e mi sono anche appassionata alla storia di questa coppia: prima lei aveva un problema di vaginite che non le permetteva di avvicinarsi fisicamente a suo marito, ma oplà, un paio di consigli della ginecologa con la piega dei capelli perfetta e un paio di Louboutin ai piedi, che tutto funziona.

Poi però, la coppia, dopo un po’ di tempo (parlano di meno di 6 mesi) torna dalla dottoressa perché, nonostante poi iniziano ad avere rapporti spesso (per recuperare il tempo perduto), usino test per l’ovulazione, pastiglie miracolose.. i test di gravidanza risultano sempre negativi; la dottoressa allora pensa di sottoporre la moglie – che a questo punto dichiara “non sono più tanto giovane, ci ho messo tanto a trovare Mark” – alle analisi preconcezionali quali, soprattutto quelle del FSH e LH, legate soprattutto al valore dell'ormone follicolo stimolante, che danno riferimenti sulla fertilità della paziente. In contemporanea, chiedono uno spermiogramma al marito, per controllare anche lui.

Tornano a studio, mani nelle mani, sguardi preoccupati. Insieme alla “Doc miracolo”, appare sulla scena anche una sua collega, specializzata in infertilità con un’aria grave.

La signora sta bene, è anche in ovulazione ma hai dei fibromi che devono essere tenuti sotto controllo – “lo sapevo, la colpa è la mia” dice lei guardando il marito – ma dopo pochi secondi, ecco la diagnosi: lo spermiogramma non ha rivelato neanche uno spermatozoi vitale.

Panico. I due si guardano. Le dottoresse con calma olimpica (anche la seconda Doc sembra appena uscita da una sfilata di moda) spiegano che si può avere un figlio anche grazie alla donazione di gameti o con l’adozione. Il marito subito dice di no a questa seconda possibilità ed escono dalla studio più accigliati che preoccupati.

Ora, nella vita vera, chi non avrebbe fatto milioni di domande, non si sarebbe disperato, non avrebbe cercato di capire se c’è qualche medicinale magico o altro? No, nelle serie tv americane sono tutti composti, freschi di estetista e senza neanche un luccichio negli occhi.

Ma ecco, dopo un po’, colpo di genio del marito: torna a studio senza la moglie, ma con suo fratello, perché potrebbe essere lui il donatore di gameti, “così ci sarebbe comunque un po’ di me in questo bambino”. Premesso che in Italia non è legale usare gameti di familiari, la moglie poi venuta a conoscenza di questo piano, finalmente ha un’emozione, si arrabbia con il marito (ma non le si muove la fronte, sarà troppo botulino) e va via sbattendo la porta.

I coniugi sterili (più lui eh, questo lo rimarcano), vengono richiamati perché è stata trovata una soluzione: si può procedere con una TESE, ovvero una estrazione testicolare degli spermatozoi. Anche in questo caso, nessun battito di ciglia, tutti imbalsamati con i loro sorrisi bianchi splendenti tipici alla Venice Beach. Non traspare mai un’emozione, né in positivo né in negativo.

Finalmente arriva il momento tanto atteso e, entrambi i coniugi con cuffiette e camicie, si trovano stesi nella stessa sala operatoria; davanti a loro, su un trabiccolo con vari strumenti tecnici, le dottoresse stanno armeggiando con gli spermatozoi tra vetrini e microscopio, cercando l’ago nel pagliaio. Tutti con il fiato sospeso, si trova l’unico sopravvissuto e subito viene inseminato un ovulo in vetrino (ma quando è successo? Come hanno fatto? Avrà fatto qualche terapia? Come e quando è stato fatto il pick-up?) e.. il miracolo anche in questo momento si compie: subito spermatozoo e ovulo si piacciono e, inizia la scissione.

La Dottoressa ora sfoggia il suo miglior sorriso, da Miss California, e dice “avrete presto questo bambino, auguri”.

Vi prego, ditemi la verità: quanto è finto tutto ciò? E’ vero che doveva essere una cosa un po’ celere, ma semplificare così, va davvero bene? Far vedere che non c’è sofferenza, non c’è riflessione né discussione, è davvero reale? Avete mai incontrato un medico che vi abbia liquidato senza chiedervi se avevate dubbi o domande e soprattutto, che fosse subito così ottimista? Io no. Io non lo so perché ancora una volta questo tema/ argomento sia trattato all’acqua di rose (direbbe mia nonna) e non mi è piaciuto rendere la questione così semplice.

Voi, che ne pensate? Vi è capitato di imbattervi in situazioni televisive sul genere e sentirvi mortificate, perché la nostra vita da coppie PMA è ben diversa?

2 commenti:

  1. Non ho esperienza in merito, ma posso dire che ho visto analoga superficialità nelle rappresentazioni della sordità. Tipo anni fa, in una puntata di Don Matteo c'era una ragazza sorda: e invece di scritturarne una vera hanno preso una udente che fingeva di esprimersi da sorda e portava apparecchi acustici visibilmente posticci. Ma quello che mi darebbe più fastidio sarebbe la presa per oro colato: veramente può esserci gente convincibile che la PMA funzioni così?

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  2. Ciao Livia! Diciamo che il discorso può essere fatto trasversalmente in vari campi/argomenti.
    La questione PMA, relativa alla tua domanda, forse SI. Vedo tante ragazze che cadono dal pero e ciò mi induce a pensare che sono male informate e superficialmente.
    Basterebbe chiedere "aiuto" senza sentirsi in difetto, come abbiamo fatto noi in questi anni.

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