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Mescolare le cose

C'è stanchezza, ma non dovuta al mio solito tran-tran, no, perchè in questi giorni è proprio una tranquillità stanca che regna sovrana tra queste mura. E' una stanchezza dovuta alle lenzuola stropicciate e all'aria chiusa della stanza.

Mi ronza la testa e le orecchie.
Mi fa un pò male la pancia, e il seno (si no forse), lo stomaco, ho le occhiaie e il cellulare che è  diventato una parte del mio corpo. Si può scorgere anche un filo di bava secca che mi si appiccia e si secca quando dormo e il segno del libro sulla guancia. Bhè, una donna da copertina.

Ma chissenefrega, voglio vivere così, nel mio mondo in solitaria (mio marito sta lavorando in questi giorni; i miei non sanno nulla e neanche qualche altra persona è stata informata), quindi sono assolutamente sola. Quando lui arriva, mangiamo, mi racconta della sua giornata, facciamo un rapidissimo passaggio sul divano e dopo aver fatto un 100, 120 sbadigli decido che con le ultime medicine da prendere può finire la giornata.

Penso, ma non mi strappo i capelli (arruffati), anche se stanotte un sogno strano mi ha fatto un pò riflettere. Ma vivo come posso.
Non do peso a nulla, perchè stavolta non ho il coraggio di farlo. Sto inviando pensieri positivi ed energia alla mia pancia, le parlo, la accarezzo e cerco farla sentire "viva".
Metto tutto dentro di me, tutte le cose buone che posso pensare ed immaginare e le mescolo. Qualcosa ne dovrà pur uscire..

Ho scritto una preghiera. La tengo piegata sul comodino e non mi è servito tempo, ho messo nero su bianco le parole che mi uscivano dal cuore. La recito più volte al giorno.
Mi sono messa davanti lo specchio, la posizione di Wonder Woman (anche la Doc aveva la cuffietta con i supereroi e Wonder Woman che capeggiava sulla fronte - un altro segno), ho fatto un respiro profondo e ho inziato a dire:
- non saremo i genitori perfetti, ma faremo di tutto per diventarlo;
- non abbiamo richezze, ma tanto amore e una buona famiglia;
- voglio insegnar* ad andare in bici, ad allacciarti le scarpe, a scrivere il nome;
- voglio sgridar* quando scriverai sul muro;
- voglio piangere alla prima recita di Natale, quando sarai un cespuglio;
- vogliamo passare notti insonni per le coliche o per i denti;
- ci piacerebbe veder* giocare con i cuginetti e gli zii;
- vogliamo essere i genitori perfetti per te, se ce ne darai la possibilità.

Ho guardato il soffitto, continuando a pregare sottovoce. Continuando a toccarmi la pancia in un gesto materno, sperando di poterlo fare per molti mesi ancora.
Mi guardo allo specchio e vedo una guerriera, con le sue cicatrici e il sorriso non sempre smagliante ma con la voglia di non arrendersi.
Questa donna non deve mollare proprio ora, perchè la sua pancia deve sentire la sua forza e anche se a volte ha paura, le basta guardare fuori e vedere che il cielo è azzurro, ed ogni giorno è un giorno nuovo..

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