Come iniziano le favole? Con "C'era una volta...".
E c'era pochi mesi fa, questa coppia che era riuscita a riattaccare i pezzi dopo un periodo non proprio facile: il transfer andato male con la GEU, la fine dei lavori di casa con il relativo trasloco, l'inizio della scuola dell'infanzia e delle novità che giravano intorno a questo... Insomma, cambiamenti dopo una calda estate, in tutti i sensi.
Settembre si era presentato come un "inizio di anno" un po' assonnato, con troppe cose da fare e poco tempo per farle; con novità da gestire cercando di incastrare tutti i pezzi del puzzle, e con una stanchezza mentale e fisica che mi aveva lasciato ai box della PMA, perché si, avevamo scelto di fare un ultimo tentativo e poi STOP, tutto il circo di medici, analisi, medicine e speranze, sarebbe stato abbandonato.
Ho "respirato" molto in quel periodo (mi sono soffermata a pensare spesso a come sarebbe stato il nostro futuro in qualsiasi caso...), perché volevo davvero darmi tutte le chances per affrontare un ulteriore transfer senza la paura di un nuovo doloroso fallimento. Ma allora stesso tempo, volevo vivere quel momento in serenità, senza le ansie dei SE e dei MA, perché già nei transfer precedenti avevano sperimentato com'è affrontare tutto con la gestione di un altro piccolo umano, nel pieno dei suoi "terribili3".
Avevamo deciso di non dirlo a nessuno (e il mio nessuno era 3 amiche/compagne di PMA), perché in qualche modo avrei voluto e avuto bisogno di una piccola valvola di sfogo.
Doppi prelievi, incastri lavorativi e famigliari, ci accingiamo ad accogliere la nostra blastocisti, nel transfer numero 8. Stavolta sono consapevole che sarà davvero il nostro ultimo transfer e, dolorosamente ricordo dove ci ha portato l'ultimo tentativo.
Mio marito ha un contrattempo last minute a lavoro, quindi mi raggiunge quando sono già rivestita in camera, ma cerchiamo di goderci il resto della giornata al meglio.
I giorni precedenti alle beta, sono stati una montagna russa di emozioni: ho continuato a lavorare e a macinare km, mi sono occupata normalmente di casa e bimbo, come se niente fosse. E poi quel piccolo spavento, di una microscopica perdita rossa, che tengo monitorata e non di presenta più (che sia di buon auspicio?).
Arriva "quel" fatidico giorno (che è pure il compleanno di una delle 3 amiche che sa del transfer) e vado a fare le beta. Nel frattempo noi abbiamo preso una giornata off, per cercare dettagli per la casa nuova, così quando arriva il referto con quel numero a 3 cifre, ci troviamo nel reparto bricolage di un grande magazzino.
"Incredulamente" felici, ma con i piedi per terra, perché sappiamo quanto può essere poi dolorosa la caduta. Ripeto come da prassi le beta ed inizio a fantasticare su quei sintomi, che stavolta non sono legati ai medicinali, perché ho fatto un transfer su ciclo spontaneo.
Prenotiamo l'ecografia con il dottor V. e che gioia vedere quel puntino al posto giusto, con un piccolissimo cuore pulsante. Il dottore ci comunica che sarà il nostro ultimo incontro, considerando quello che abbiamo passato nell'ultimo anno, abbiamo bisogno di aria nuova.
E quindi, una piccola e nuova vita sta crescendo dentro di me, con le ansie e le paure dei dolori passati, ma anche con la gioia e un piccolo barlume di speranza, che le cose stanno andando nel verso giusto.
Cambio ginecologo rispetto alla gravidanza precedente, ora c'è la Dottoressa C., che ho conosciuto lo scorso anno durante il ricovero e, come se niente fosse tra i miei soliti salti mortali, la vita va avanti.
I primi ad essere informati di questa novità sono i miei genitori, una domenica che ci troviamo a pranzo da loro: increduli, non pensavano volessimo provare di nuovo, a momenti hanno un infarto un po' per la felicità e un po' per lo spavento. Anche la suocera, rimanere felicemente basita.
Piano piano iniziamo ad informare i nostri fratelli, lasciandoli anche loro senza parole.
E poi il nostro cucciolo (ancora all'oscuro di tutto, anche se ogni tanto guarda la pancia che sta crescendo in modo interrogativo), che quando va a letto chiede di poter avere un fratellino o una sorellina... E chissà che non riusciamo davvero a fargli questo regalo.
Un passo alla volta, un giorno alla volta.
Abbiamo già vissuto questo percorso, ma alcuni step sembra che li affronti per la prima volta...
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