Prima è tutta l’emozione di scoprire il test positivo, poi godersi quei momenti che rendono unici l’attesa. Ma ad un certo punto, quando inizi a pensare a questa vita a tre, iniziano a sorgere i primi dubbi: “sarò capace di fare la mamma? L’ho sempre sognato, ma in pratica, come si fa?”
Dopo tutto il percorso che ci ha portato fino a qui, sappiamo che non sarà tutto rose e fiori come ci immaginiamo e anche chi nega le difficoltà, o gli imprevisti, non aiuta.
Quindi è normale che per 9 mesi, una vita prende gradualmente forma e di pari passo possono anche aumentare le preoccupazioni e i timori circa il cambiamento. “Che madre sarò? Come sarà il bambino? Saprò dargli quell’amore di cui ha bisogno? Sarò/ saremo capace di crescerlo?”. Sono domande curiose, ma nascondono anche ansia per noi genitori alla prima esperienza: sono tante le incognite, da non sapere come si svolgeranno le cose (io che sono una quadratina poi), come andrà il parto e che cosa si proverà vedendo per la prima volta il viso del nostro bambino…
Anche se guardandoci in giro tra amici e parenti sappiamo che non è così (e
meno male direi), l’ideale del genitore perfetto è solo un ideale, perché ogni
mamma e papà è compatibile per il proprio bambino.
Perché è la mia vita che cambia e che cambierà, che
non sarà mai più la stessa; da un lato è normale sentire come un fuoco
d’artificio di felicità, ma in contemporanea la paura piano prende i suoi
spazi, si insinua sotto la pelle e
scorre nelle vene.
Perché alla fine, IO, avrò un bambino.
Ti sento nella mia pancia che ti muovi e ti sussurro parole dolci, provo a
parlarti in spagnolo perché mi piacerebbe che crescendo lo imparassi da noi; mi
asciugo le lacrime quando mi emoziono pensando che ci sei, sei dentro di me e
ancora, mi stupisco quando guardo il riflesso nello specchio e vedo le mie
rotondità, così come per anni le avevo immaginate.
Sarò madre. E questo lo
sarà per sempre. E la mia vita cambierà. Saprò rinunciare ai miei spazi, alle
mie ambizioni, alla vita spensierata e anche un po’ incosciente che ho vissuto
finora?
E come cambierà il rapporto con mio marito? Ogni sera, prima di addormentarmi,
chiedo al piccolo di aiutarci anche a rimanere noi stessi, ad essere il
collante per noi e non un motivo di lamentele e discussione. Ma poi, lui mi
troverà ancora bella e sexy, anche quando sarò stanca, scapigliata, in tuta,
con le coppette assorbi latte, quando il piccolo piangerà la notte e io vorrei
urlare?
Dopo tante delusioni e dolore, scoprirsi in dolce attesa è un momento pieno di orgoglio e felicità, dove l’amore tra noi di famiglia aleggia nell’aria. E non facciamo altro che dircelo, sentirci sempre più legati da questo piccoletto che mi scalcia in pancia.
Quello che non dirò a
nessuno è la paura che provo, l’angoscia di non essere all’altezza (non voglio
sentirmi dire “per quanto l’hai voluto, come ti permetti di provare paura?”);
penso alla sua nascita, al momento in cui TU nascerai piccolo, e sono in bilico
tra la voglia che quel momento arrivi subito per conoscerti, o che arrivi il
più tardi possibile, per darmi tempo di respirare…
Quando guardo le cose che abbiamo scelto per te, guardo il mio pancione, vedo la casa che si sta trasformando, mi viene un groppo alla gola. Scendono lacrime di emozione ma anche di paura, un mix di sensazioni che mi stanno facendo perdere dei momenti importanti, perché magari vivo di aspettative che si infrangono e penso più a quello che ad altro... ma poi se mi arrabbio, ti sento più forte e ti impunti forte e ti muovi, come se tu lo capissi che non sto bene in quel momento, come se condividessimo le stesse paure, e qualcosa finalmente si scioglie dentro di me. E in un attimo svanisce l’ansia, svanisce la paura. Tu stai per arrivare e ci siamo scelti a vicenda.
Sicuro che cresceremo tutti e tre insieme. Impareremo noi da te e ti insegneremo alcune cose della vita. E non sarò una cattiva mamma perché sarò stanca, non mi sentirò poco amorevole perché avrò bisogno dei miei spazi, senza mio figlio e non mi sentirò fuori luogo perché in alcuni momenti mi mancherà la vita che avevo prima.
Intanto, un giorno alla volta andiamo avanti e aspettiamo il momento di conoscerti (ma fai con calma, prenditi tutto il tempo che ti serve!)!
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