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Il nido

Arriva ad un certo punto, un fremito dentro (e non sto parlando dei primi calcetti del piccolo), una condizione che proprio non ti fa restare con le mani in mano, quindi per la serie del “ce l’ho, ce l’ho, mi manca”, ovviamente questa ce l’ho e non mi potevo far mancare quella che viene chiamata “la sindrome del nido”.

In cosa consiste? Nell’organizzare gli spazi, nello spostare i mobili, nel voler sistemare gli armadi. Sono diverse le attività che ci prendono la mano, quindi gli ultimi mesi di gravidanza, sono quelli più convulsi sotto questo punto di vista. Proprio come gli uccelli che costruiscono nidi per proteggere i loro piccoli, anche noi ci prepariamo a creare un ambiente sicuro per il bimbo in arrivo.

Dopo essermi resa conto che questa gravidanza c’è, che il nostro bimbo esiste, si muove e sta bene, sembra che la mia idea di diventare mamma, si sia concretizzata nell’ultimo periodo, calcolando che molte cose/ attività quotidiane vengono rimodulate; chiaramente, una delle cose che mi tiene attiva, è il pensiero di come rivoluzionare la casa per accogliere il bimbo.

Mio marito basito, non riesce a credere che ci saranno tante cose nuove e diverse che entreranno dentro casa e pare proprio, che “più piccoli sono, più spazio necessitano”. Che sia vero o no, realmente i neonati hanno necessità di pochissime cose e la tendenza a riempirci la casa, serve per lo più per farci stare sereni ed avere tutto, ma forse non servirà a soddisfare un reale bisogno. Quello che però cerco di far capire a Mr P., è che in questa casa fino ad ora ci hanno vissuto due adulti, quindi il bisogno di creare spazio al nuovo arrivato è essenziale, ma è anche l’occasione per sbarazzarsi di oggetti inutili e vecchie cose che non si usano più da molto tempo – e lui mi risponde ogni volta “ma che dovrò mai togliere da qui…”.

Si dice che per il momento, per il bambino, saranno sufficienti pochi body, tutine, biancheria e magliette (da mettere in una cassettiera magari), un angolo cambio/ fasciatoio, la culla e, a necessità (e noi l’abbiamo) una poltrona comoda per allattare. A dirsi è tutto facile. A farsi un po’ meno, perché tra le cose che ci stanno regalando amici, quelle della nipotina, mia madre che è diventata una shopaholic (maniaca dello shopping infantile, in particolare di tutine bianche e azzurre) e qualche acquisto fatto da noi, già ci sono più cose di quelle che potrebbero servirci.

Solo man mano che il piccolo crescerà, lo spazio che ci servirà aumenterà, ma questa è un’altra storia...

Dopo aver sistemato e cambiato stanza ad alcuni mobili, ordinato l’armadio per la “cameretta”, iniziato a guardare cataloghi di elettrodomestici etc… ora sto cercando di vivere questo momento con naturalezza, seguendo il mio istinto, ma cercando di canalizzare quell'iperattività per non finire la giornata sfinita. Mio marito si sta facendo in quattro, quando ha un giorno libero lo dedica completamente a sistemare le cose in casa, non vuole che sposti neanche una sedia, non posso salire sulla scala o altro quando sono sola, per la pressione bassa, quindi facciamo tutto insieme.

Il prossimo passo, almeno per me, dopo aver anche portato a casa di mamma e papà un po’ di libri, borse a cose a portata che non volevo buttare, sarà farmi aiutare da mamma a sistemare l’armadio, sempre per tornare a quella idea, che “ho tante cose… un giorno posso usare… mi potrà essere utile…” e allora approfitterò per fare un po’ di pulizia e buttarmi alle spalle un po’ del mio passato.

Poi chissà, il prossimo step sarà pulire i vetri, arrampicarmi sui lampadari o smonterò le tende?

Intanto aspetto che arrivi l’armadio e che possa iniziare a fare le famose lavatrici con i capi piccini piccini (ovviamente a casa dei miei, mamma ha già lavato e stirato tutto) per poi sistemarli e preparare la famigerata borsa dell’ospedale (ne abbiamo parlato al corso pre parto online, e ho la lista dell’ospedale dove vorrei partorire). Sarebbe già un passo avanti, no?

Comunque non sono poi così esagitata, alterno i lavori in casa a momenti di riposo, soprattutto dedicando del tempo a me, come donna; mi concedo una telefonata con le amiche o ne incontro una velocemente, magari davanti ad un caffè volante; faccio uno spuntino appagante, una bella passeggiata e perché no, una siesta con televisione o libro accanto.

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