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Fino a che punto?

In questi giorni, parlando con le mie amiche di PMA, tra delusioni e continue domande sul "come, dove perchè e perchè non funziona", una di loro mi ha chiesto: ma fino a che punto è giusto spingerci?
In questo marasma di delusione galoppante, ognuna di noi, ogni donna prima e coppia poi, di coloro che arrivano alla PMA, deve mettere in conto il "traguardo", che non è detto che sia con cappellini, cotillon e bimbo in braccio, ma ad un certo punto, è umano dover dire STOP.

Accettare l'infertilità abbiamo visto che all'inizio in particolare, può gettare nella disperazione più nera e la ricerca di un figlio può diventare un'ossessione.
Forse non tutti riescono a scavallare il discorso della "vergogna", perchè molti fanno fatica a parlarne; ovviamente ricordiamoci che il fulcro è sempre la coppia (sia la parte emotivo-relazionale che quella sessuale).
Quindi, presupponendo che abbiamo ben interiorizzato la questione INFERTILITA' (ma forse anche no), ora, qual'è per ognuno di noi il limite?
E ognuno e ogni coppia ha il suo limite di sopportazione. Qualsiasi cosa sia giusto fare, è bene però pensarla in due e non da soli, onde evitare spiacevoli risvolti futuri.

Gravidanza e maternità sono spesso idealizzate e a volte considerate "tappe obbligate" nella vita. Ma un figlio e una gravidanza sono cose ben diverse; così come desiderare una gravidanza è diverso dal volere un bambino.
Perchè ho fatto questa introduzione? Perchè proprio da qui parte il mio pensiero.
In questo ultimo periodo, mi sono trovata spesso, nella solitudine dei miei pensieri, a cercare di capire dove mi stesse portando tutto questo percorso. Perchè continuo a ripetermi che "la PMA non è una scienza esatta, e quello che abbiamo fatto ora, non è detto che sarebbe diverso cambiando 1 o 2 fattori". Continuo a pensare a questo anno e mezzo, a tutte le cose che abbiamo fatto, imparato, sperato.. a tutto quello che io e mio marito ci siamo detti.

Bhè, ad oggi, sono consapevole di una cosa: NON sono disposta a tutto per un figlio, perchè in questo momento, posso affermare, che IO non voglio un figlio, ma una gravidanza. Mi piacerebbe vedere il mio corpo che cambia, sentire i calci del piccolo, avere gli ormoni sottosopra etc.. ma ecco, vorrei essere io in prima persona a vivere la Nascita (con la N maiuscola appositamente).
Forse pensate che sono egoista? Forse. Ma dal canto mio, io credo che sia una cosa importante questa: quando continuano a dire "magari c'è anche l'adozione" - ne ho parlato qui - so che in cuor mio, ho già scelto. E ripeto IO, ho già scelto. Sul discorso adozione, bhè, anche Mr. P. è sulla mia stessa lunghezza d'onda; per il resto, ci siamo detti, un pò a mezza bocca: vorremmo provare con l'ovodonazione? O con la spermiodonazione? Ci siamo guardati, e abbiamo detto che non è il caso di pensarci, che non ci serve. Ma se ci servisse? Non siamo pronti a parlarne davvero, fino a che qualcuno non ce la proporrà e allora, dovremmo realmente affrontare la questione.
Che poi, invece abbiamo sempre detto "che non è così male vivere la vita in due".

Quindi, tornando a bomba sul tema del "fino a quando?".
Ho risposto alla mia amica che "fino a quando avrò voglia di stare con mio marito, amarlo, sentirci parte di uno stesso progetto, non smetterò di pensare ad un figlio. Ma per quanto riguarda la PMA, ora non possiamo fare molto, perchè avendo esaurito le prestazioni del SSN, ci rimane da scegliere per un centro privato, cosa che non non vogliamo ancora mettere davvero in discussione.
Intanto cercheremo di capire se c'è davvero qualcosa che non va e poi, tireremo le nostre somme.
E voi, fino a che punto pensate di spingervi?

Che poi, perchè ci "accaniamo" e vogliamo un figlio?
Certo, è il sogno da bambine, quello che vivere nella casetta del Mulino Bianco (chi più e chi meno), sfornare torte e sfornare bebè come nulla fosse; perchè ad un certo punto, sentiamo il desiderio biologico di riprodurci, perchè è proprio un istinto umano, motivato dai nostri ormoni; allo stesso tempo, è il nostro personale "regalo" al mondo, lasciare una parte di noi, un figlio (che poesia).
Che poi, non ci piacerebbe essere un pò come i nostri genitori, quindi poter insegnare al figlio, le cose che noi abbiamo imparato?

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