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Voce del verbo "invidiare"

"Pochissime persone parlano chiaramente e volentieri dell’invidia che provano: parlarne apertamente inibisce perché è come mettersi a nudo, svelare la parte più meschina e vulnerabile di sé.."(F.Alberoni) .

Io che vorrei solo te.. io che sogno te.. io che guardo loro e le loro pance e la vorrei anche io.. Sono una cattiva persona per questo? Io, che invidio quello che le altre hanno ed io no?
L'invidia è un sentimento che viene "condannato" dalla nostra società, al punto da considerarlo come inconfessabile: l'invidioso viene visualizzato come un personaggio brutto, che osserva in lontananza con sguardo cattivo e minaccioso, la gioia o la contentezza degli altri.
Ma che cosa succede quando l'oggetto dell'invidia è il figlio che non vuole arrivare? Io l'invidia la sto conoscendo bene, invidia per la pancia.. invidia nei confronti di chi riesce ad avere figli facilmente e appena lo desiderano.. invidia per le famiglie numerose.. diciamo che quello che mi passa per la testa è "invidia per chi ci riesce" senza passare per il difficile cammino che stiamo seguendo noi.
Per chi come me ha problemi d'infertilità, l'invidia scaturisce dalla consapevolezza della mancanza del figlio, che può alimentare sentimenti negativi non solo verso gli altri, ma anche (soprattutto) verso sé stessi. Oltre al dolore per la mancanza, a volte mi sento in colpa; mi capita di mettermi in discussione, sia come donna che come "persona buona". Ho una soglia dell'aspettativa alta, quindi rimango delusa facilmente e dolorosamente.
Tante di noi ci sono passate, perchè si, l'invidia sale e la rabbia porta a chiedersi (quante volte al giorno?): perché io no? Perché per me non è prevista questa gioia?
Da dove nasce l’invidia? Il sentimento invidioso per quanto nascosto o negato agli altri nasce proprio nella relazione e nel confronto con l’altro che possiede qualcosa che non si ha ma che si desidera profondamente. Spesso l’invidia e la tristezza, e quella sensazione di non essere comprese nel dolore, porta alcune donne a evitare tutte quelle circostanze in cui c'è un confronto con la "maternità": ho sentito ragazze che non frequentavano più amici con figli; o parenti durante le feste di Natale; chi si è licenziata per non frequentare posti pieni di bambini.. Io sto bene. Non posso fare a meno dei miei amici, dei miei nipoti e delle loro storie, ma per tante come me, la sensazione di soffocamento e di esclusione porta tante ragazze a sentirsi inadeguate in quella situazione.

Ma sapete qual'è la verità? Le crisi ci sono sempre, e quando ci sono ci sembra sempre che gli altri, tutti gli altri, siano sempre più felici di noi. Ma.. vi svelo un segreto: probabilmente nessuno è felice per sempre. Tutti hanno momenti felici e momenti tristi. L'importante è non lasciarci abbattere dai momenti tristi perchè sono transitori, e non farci esaltare da quelli felici perchè sono transitori.. la vita è fatta di tanti momenti tristi da superare, e altrettanti felici da godere, perciò viviamo tutto quello che la vita ci porta, sia la felicità che l'infelicità!!

Poi però, a farmi tornare nuovamente i capelli dritti, c'è sempre quella persona che conosce i tuoi problemi, e che si dilunga su auto-celebrazioni della propria fertilità.. dei propri figli.. dei propri dolori (da gravidanza..). E quando capita che invece se ne partli in contesti dove non sanno, allora mi sento gli occhi puntati addosso. E non sono solo sensazioni, sono proprio domande dirette sul "quando fate un bel bambino?".
Noi donne (in particolare) dovremmo imparare a diventare più solidali, a condividere le gioie e dolori l'una dell'altra e smettere di guardarci in cagnesco o di stare "in competizione". Lo so che "l'invidia" è una cosa brutta e che io sono fortunata per tutte le cose che ho.. ma a volte, anche se continuo a sorridere, mi rimane pur sempre quella punta di invidia per quella ragazza incinta, anche se ormai, dovrei essere allena a conviverci..

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