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Elogio alla lentezza

In questi giorni di post transfer, mi hanno letteralmente messo agli "arresti domiciliari". Sono stata 36 ore a Milano, bloccata dal peso di chi mi ama, per farmi stare tranquilla e rilassata; sono giorni che passo dal divano al letto, dalla posizione prona con doppio cuscino e telecomando in mano, a quella di lato, con il libro da sfogliare.

Ho voluto chiamare questi giorni, quelli di elogio alla lentezza. Mr. P. si trova a casa, quindi rispetto alla precedente esperienza, sono poco tempo sola, c'è sempre lui che mi sgrida dall'altra stanza, anche solo immaginando che mi stia alzando contraendo gli addominali, o stia spostando la tenda, facendo qualche sforzo..

Nella vita di tutti i giorni, sono continuamente bombardata da quella vocina che mi dice: "mi devo alzare.. oggi devo fare mille cose.. l'appuntamento, la spesa.. anche passare da mamma..", insomma, mille pensieri, pensieri che da quando apriamo gli occhi invadono la testa, modificano il ritmo di ognuno di noi, mettendoci sempre in uno stato di fretta. Siamo sempre lì con lo sguardo all'orologio o al cellulare, pensando continuamente che "l’ora è già tarda", e questa sensazione d’ansia e stress si insedia dentro di noi.
Il significato della parola lentezza invece, proviene dal termine "lentus", che significa "far arrendere, rendere flessibile, pieghevole". Probabilmente ciò rimanda ad una capacità di arrendersi al movimento naturale che tutto ciò che esiste possiede in sé. La lentezza analizzata così, non è rallentare o fermarsi, è una cosa diversa che parte da dentro, come una spinta diversa che è quella di seguire quel ritmo che ci permette di sentire, vedere, assaporare la vita da un altro punto di vista.

Non mi "sento speciale", ma so che il modo e il tempo che mi sto dedicando questi giorni, mi sono utili e mi faranno bene. Mi sveglio quando finisco il sonno, semplicemente senza mettere la sveglia; assaporo la colazione in modo diverso, mi metto seduta e mangio uno yogurt; apro la finestra e guardo il cielo con gli occhi che luccicano; anche i movimenti, i gesti, sono più lenti, morbidi e armonici. Quello che sto facendo, mi sta aiutando nell'arrendermi a me stessa, ad un movimento lento per scoprire un nuovo aspetto della vita (che spero riuscire anche solo in piccolissima parte, a portarmi dietro nei prossimi giorni, quando invece ricomincerà la routine..).

Tutto ciò che è squisito matura lentamente (Arthur Schopenhauer).
 
Nella lentezza c'è il gusto di "godersi" attimi di vita, di guardare i dettagli, di vivere nel presente passo dopo passo; non c'è paura, ma molta più attenzione: qui posso far convergere le energie: "l'energia scorre dove si focalizza l'attenzione", ed io più attenta e focalizzata di così, proprio non posso essere!

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