E tra una risata e una forchettata, mi sono accorta di avere sul mio lato del tavolo, una coccinella, che zampettava intorno al tovagliolo.
Ora non ci credo; vale tutto; non credo più a nulla; sono scaramentica.. però ho sorriso, perchè magari, può aver rappresentato qualcosa di buono per me, per noi!
Io mi tengo ancora incrociata, sperando che un animale ne chiami un altro (magari una dispettosa cicogna?), e così oggi, vi racconto un pò di storie, legate a questo simpatico animale..
Ma perchè questi animaletti, sono considerati dei portafortuna?
Una leggenda antica narra che la coccinella era l'emblema dell'antica Dea italica Lucina (Giunone in era romana), dea della luce e per estensione del travaglio e del parto, ma anche di una Dea dell'amore e della bellezza. Le razze più comuni di coccinella, hanno 7 punti e sono di colore rosso o arancio. Se aggiungiamo che la simbologia associa il numero sette come numero di fortuna, si può comprendere perchè nell’immaginario collettivo una coccinella con sette puntini scateni tanta benevolenza.
Secondo l'astrologia babilonese i pianeti erano sette e quindi questo numero simboleggiava la perfezione del cosmo.
Secondo i Nativi americani, la coccinella rappresenta anche questo: "espansione, fiducia e protezione. Ti aiuta e ti protegge nelle fasi di cambiamento, quando è propizio creare qualcosa di nuovo nella tua vita. Compare quando è il momento di esprimere concretamente idee o progetti che erano in una fase di ibernazione. Favorisce una comunicazione efficace e ti insegna come risolvere i problemi, trasformando le tue paure in pensieri positivi. Affidandoti al processo di trasformazione in atto, imboccherai la strada verso nuove forme di prosperità e di successo": quando un'animale si presenta, porta un messaggio ben preciso ed è un tuo alleato del momento presente.
Storia della La coccinella porta fortuna.
C'era una volta un uomo cinese che aveva una
figlia che stava per sposarsi. Quest'uomo, Chao, non sapeva cosa regalare ai
futuri sposi e così andò nei boschi del Kinlein Shan per meditare.
Lì vide un bengalino incastrato con una zampetta
in una rete metallica. L'animale pregò Chao di liberarlo. Egli lo fece e il
bengalino gli regalò il dono di parlare con gli animali. Sulla strada del
ritorno l'uomo incontrò una feroce tigre del Bengala con cui comunicò e alla
quale raccontò anche del regalo di nozze. La tigre suggerì a Chao di recarsi
sul monte con tre cime dove avrebbe trovato una coccinella blu (a quei tempi le
coccinelle non avevano le buffe macchioline nere e quel bel colore rosso che
hanno adesso).
Chao si recò sul monte a tre cime e trovò la
coccinella la quale gli disse di prenderla e di portarla a sua figlia. Le
avrebbe portato fortuna per sempre. Il cinese raccolse la dolce e generosa
coccinella che si era sacrificata per lui e la portò a valle.
La figlia, Mippeny, che era presuntuosa e avida,
si aspettava un sacco colmo di diamanti o altre cose importanti; quando vide la
coccinella fece una smorfia di sdegno e mandò fuori della porta il padre. La
coccinella, in seguito a questa umiliazione si lasciò morire. Chao pianse a
lungo e le sue lacrime caddero sulla coccinella blu che ritornò in vita, con
quelle macchioline nere che ha adesso.
L'uomo assistette incredulo e meravigliato a
questo prodigio; riportò l'animale da dove era venuto e restò lì anche lui.
Il giorno seguente, Chao, si svegliò sotto un
manto di rugiada, vide finalmente la vita del sottobosco e la seppe apprezzare,
tanto è vero che si trasformò in coccinella blu e vi restò per tutta la sua
breve e felice vita.
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