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Tu sei qui

Ti vedo qui sdraiata vicino a me la bocca


socchiusa, le manine strette a pugno e quel respirare leggero di bambina che mi fa tranquillizzare e mi ricorda che tu ci sei. 

Sono passati mesi dalla tua nascita e sono passati anche troppo velocemente, perché tu seconda meraviglia, continui a fare una gara, quasi una corsa ad ostacoli con tuo fratello: chi dei due ha più bisogno di me.. chi dei due può rimanere un momento indietro? 

Con quanta forza ti abbiamo desiderato, ma soprattutto con quanta resilienza ho voluto tentare nuovamente per non avere rimpianti: io che ho paura anche del corridoio al buio, non mi sono tirata indietro pensando ad un ipotetico negativo o ad un nuovo dolore fisico o emotivo...

Ricordo i primi giorni dopo la tua nascita, in cui mi sentivo così viva e così forte, come lo sono anche adesso, ma senza pensare a quello che "avevo perso": quando stai per partorire, sei proiettata al QUI E ORA, pensi a come sarà il futuro prossimo, già hai idealizzato il tuo bambino, i suoi compleanni, le vacanze, il Natale insieme... È un sentimento normale, perché forse a volte, vorremmo anche stendere un po' di nebbia su quel passato che ci ha reso fragili e vulnerabili.

Ma dopo qualche giorno che ti vedevo lì piccola, indifesa, ancora con il braccialetto dell'ospedale, mi sono resa conto, che tu saresti stata l'ultimo neonato nella nostra vita.

Ho pianto (e lo sto facendo anche ora) pensando che non ho salutato la mia bella pancia, che ho tanto amato e coccolato; che non mi sono resa conto della sensazione di vuoto nella pancia, perché avevo il cuore pieno, ma non ho fatto caso ai tuoi ultimi calcetti o movimenti, perché sognavo solo di averti fuori, tra le mie braccia.

Ci sono mille mila sensazioni che non rivivrò più, e nonostante tutto sono stata fortunata a viverle, ma che spesso, stanno lì, vanno nel dimenticatoio quando invece sono molto importanti.

Quando parlo con qualche ragazza incinta, le dico sempre "goditi ogni momento, perché è unico e non tornerà indietro", per quanto questa affermazione può sembrare banale, è la pura verità.

Non ho fatto caso alle ultime coccole del tuo papà quando eri dentro la pancia, ai baci e alle carezze del fratellone (quando ancora sperava di darti il nome che piaceva a lui), ai nostri pisolini in solitaria o alle sveglie silenziose alle 3 di notte.

La paura che qualcosa possa andar male ci schiaccia la gola a volte, e tu pensi solo al momento in cui avrai tra le braccia il tuo bambino; ma tutte quelle cose che ti fanno arrivare al tuo bambino, prima o poi ti mancheranno, nonostante le lacrime che hai versato durante il percorso.

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