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Chiedere "aiuto"

Ho ricominciato a pensare a me, a riprendre in mano la mia vita, spalancando le braccia e cercando di trattenere tra le dita tutto quello che mi capita - soprattutto il buono che mi capita.
Ho ripreso a fare le sedute di riflessologia, perchè sono importanti per la mia energia ma anche perchè mi rilassano e, sono un modo per farmi dare "una svegliata": la terapista sa essere molto dura nonostante il suo sorriso, perchè vuole farmi tirare fuori la parte migliore di me!!

Ho pianto di nuovo, le ho raccontato come ho affrontato questa "perdita" e mi ha confermato che ho un blocco rabbioso che devo sciogliere, altrimementi se non riesco a passare oltre, non sono pronta ad aprirmi alla nuova vita che mi aspetta - VITA a 360 gradi! E credo che abbia ragione.
Ma soprattutto, mi ha spronato a non nascondermi, nel senso di non stare dietro a questa patina di rabbia per vivere, ma se non ce la faccio da sola, devo farmi aiutare, perchè chiedere aiuto non è un segno di debolezza: anzi!
Capire di aver bisogno di qualcuno (o di qualcosa) e chiedere aiuto significa avere coraggio e avere voglia di mettersi in gioco; significa riconoscere i propri limiti e non per questo, sentirsi meno degli altri. Crescendo, ognuno di noi (la società un pò ci ha portato a pensarlo) si è fatto convincere del fatto che non abbiamo bisogno di nessuno per andare avanti, che ci si può basare solo su se stessi: ma sono davvero così orgogliosa io? Sono davvero convinta di riuscire a fare le cose da sola, di farmi carico di me stessa?

Il fatto di chiedere sembra quasi volerci mette in una condizione di debolezza nei confronti dall'altro, a cui affidiamo una "decisione" che ci riguarda. Inconsciamente pensiamo che chiedere ci esponga anche al rischio di ottenere un rifiuto, per questo (io almeno, ho imparato a conoscermi), cerco di non rimanere delusa e di non procurarmi altro "dolore", così, preferisco evitare di chiedere.

Ultimamente sto sfogando la mia situazione di "malessere" contro mio marito, così lui si è adagiato ed io, non gli chiedo aiuto, perchè vorrei che lui si accorgesse che ho bisogno.  E quando prova a dire qualcosa, gli urlo contro, lo aggredisco e metto il broncio. Ma così, non mi rendo conto di peggiorare la situazione? Dovrei invece (come mi dice la terapista) fare una richiesta alla volta, ragionevole e convincente. Dovrei chiedere gentilmente e senza avere l'aspettativa che lui faccia quella cosa come la farei io (è per questo pure che parto prevenuta!!). Insomma, dovrei mettermi ben in testa di capire la differenza tra chiedere e pretendere!! Perchè se lo pretendo (ahia) è non solo inefficace ma anche stupido: sicuro trasforma la possibilità di un sì nella certezza di un no.
Sono "ferita" del fatto che durante il post transfer e le mie brevi gravidanze, lui era molto più attento e pronto ad aiutarmi anche senza che glielo chiedessi, quindi a volte, mi sento un pò "invisibile" anche se ovviamente non è così. Ma è solo il mio malessere a parlare, lo so per certo.
Lo so che un pò è carattere - di entrambi, chiaro - ma forse tutto lo stress degli ultimi mesi, si sta manifestando così. Lui sempre più tranquillo dal punto di vista lavorativo, super contento ed entusiasta, io un pò più zoppicante, non appagata e sempre con i minuti contati (che poi, che c'avrò mai da fare, che sto sempre a correre!!).

Comunque, in tutto questo una cosa - saggia - mi ha detto la terapista: "qualcuno ti ha detto che non puoi avere figli? Ti hanno dato questa notizia? NO, e allora continua a pensare positivo, che se fai analisi e tutto il resto, prima o poi arriva. Perchè l'energia positiva chiama cose belle e positive".
E quindi si, vado da lei per farmi aiutare, per provare a vedere le cose da un altro punto di vista e a volte, se mi metto a testa in giù, riesco pure a mettermi nei panni dell'altro.

2 commenti:

  1. Mi fa strano aver appena finito di scrivere un post (in realtà lo volevo editare e forse lo pubblico domattina) e trovare , in un certo senso la stessa tematica. Sai cosa mi ha colpita in questo post? Quando scrivi che quando finalmente ti decidi a chiedere qualcosa non riesci a pensare che comunque sia quella persona non lo farà come l'avresti fatto tu (oddio mi sembra avessi scritto una cosa così, ma ora a lavoro non riesco a trovarlo).
    Quella mania di controllo che, personalmente, mi ha ucciso più volte, ma di cui, non riesco a fare a meno, ma solo a tenere a bada.

    Comunque hai tutto il mio appoggio per questa nuova decisione: brava!

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  2. Lo so, mi ucciderà la mania di controllo, prima o poi.
    Oppure, posso decidere di tapparmi gli occhi e vedere che succede..

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