Sopravvivo.
Respiro,
cerco di trovare il mio spazio.
Finito
il periodo di pausa, la routine torna prepotente a farsi sentire e vedere.
Tutto torna alla velocità standard, niente va lento (e se va lenta la metro,
sono cavoli); la vita scorre come sabbia tra le dita.
La
mia vita, la vita di Mr. P. e di chi abbiamo intorno.
Ora
mi fermo però. Mi siedo sul divano e aspetto. Vorrei essere cullata, sentire le
braccia di mia madre e il suo respiro; vorrei ascoltare una ninna nanna e non
il peso dei miei pensieri. Vorrei sentire il sussurro della sua voce, che diventa
come un calmante, come lo è quella della mamma per un neonato.
Mi
piacerebbe una ninna nanna si, come una a melodia rasserenante cantata per
farmi addormentare. Sono stanca infatti. Ma l'idea alla base della ninna nanna
è che un canto eseguito da una voce familiare..
Ogni
paese, e quindi ogni popolo ha le sue ninne nanne: italiani, danesi, inglesi, francesi, spagnoli e anche turchi,
rumeni e greci. Alcune ninne nanne arrivate fino a noi risalgono persino al
1600 e rimangono ricchezza delle tradizioni. Non so perchè a me, fin da piccola
non piacevano. Le ritenevo strane e poco tranquillizzanti a dire il vero, se
pensiamo che una delle nostre più popolari, è quella che fa "Ninna nanna,
ninna ohhh, questo bimbo a chi lo do?".
La
particolarità della ninna nanna, è che resta però nel cuore di tutti, in un
modo o nell'altro, specialmente perchè rappresenta un momento in cui ci si
ferma: il bambino per dormire, la mamma per metterlo a letto e quindi si crea
un'atmosfera distesa, rilassata, pacata. Questo credo, sia proprio il suo
scopo: creare un momento di intimità tra mamma e bambino o meglio, tra adulto e
bambino.
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