Questa estate, il nostro cucciolo ha fatto passi da gigante: sempre più vocabolario, si comporta da bimbo grande, ha
imparato a giocare con gli altri bimbi.Nonostante a noi adulti sembri così semplice e immediata come cosa, interagire faccia a faccia con un altro bimbo (cioè senza litigarsi i giochi, senza stare vicini ma facendo le cose da soli) richiede tempo. Ed io sono contenta, perché sembra che finalmente sia arrivato il tempo/momento giusto.
Attorno ai due anni i bambini iniziano ad essere attratti dai coetanei e dai bambini più grandi, infatti iniziano brevi interazioni con gli altri: i piccoli si guardano, si prendono i giochi l’uno dalle mani dell’altro; il loro rapportarsi agli altri bambini non prevede un progetto di gioco comune, ma si tratta di scambi brevi e fugaci. È verso i tre anni che i bambini iniziano a giocare insieme agli altri, soprattutto in quello che si chiama "gioco parallelo".
Abbiamo scelto di mandare lo scorso anno il nostro bimbo al nido, perché frequentare i coetanei è importante fin da piccoli - e non avendo amichetti vicini, ci è sembrata una buona soluzione anche per questo!
E così, dopo mille corse in riva al mare insieme a Sofia, cercando di costruire un gran castello di sabbia; dopo troppi calci alla palla insieme a Leonardo ed altre monellerie varie, ecco che torna il momento della scuola: quale miglior occasione per crescere ancora, avere un confronto con coetanei (e non solo), sentirsi parte di un gruppo etc?
Nuove emozioni, nuovi amichetti ma tanta voglia di tornare a giocare nello spazio che lo ha coccolato e accolto lo scorso anno.
Vedremo piccoli passi/cambiamenti, che poi diventeranno il nuovo modo di essere, di pensare e di agire del nostro bambino.
E noi, pronto a sostenerlo, a tendergli la mano per non fargli perdere l'equilibrio... ad insegnargli le cose più semplici ed importanti della vita.
A piccoli passi, un giorno per volta, cresce e noi con lui!