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La mia scelta

Quando l’infertilità ha fatto capolino nella nostra vita, il primo impatto con il mondo esterno è stato quello della vergogna. Abbiamo sperimentato, come altri specie all’inizio, una dolorosa solitudine con la difficoltà a parlare di questa condizione con parenti e amici, soprattutto quelli con figli.

L’infertilità ci ha sottoposto a stress, sia al momento della comunicazione della diagnosi sia nella sua elaborazione e durante l’accettazione del percorso di PMA.

Quello con il nome strano

In questo periodo, si stanno accavallando un po’ di cose da fare, sia perché a forza di procrastinare sono
rimasta che le devo ancora fare, sia perché sono un po’ più stanca e più lenta, quindi ci metto realmente più tempo a farle.

Tra queste cose, arriva il momento di pensare a quel “tipo strano”, perché sia le amiche che al corso pre-parto, si inizia a parlare degli esercizi di Kegel, per tonificare il perineo e il pavimento pelvico. Questi sono muscoli che non si vedono ma che sono molto importanti: sia l’uomo che la donna dovrebbero allenarli per non andare incontro a disturbi fastidiosi.

Un anno dopo

Stesso posto, stessa situazione, ma io sono diversa.

L'anno scorso in questo periodo, scrivevo un post su come la quarantena ci stesse inglobando nei primi giorni, giorni fatti di pulizie, colazioni golose, abbracci e tempo da passare con mio marito. Oggi invece, non mi cambia poi molto rispetto a qualche giorno fa, perchè continuo a stare a casa tranquilla, mio marito va a lavoro come tutti gli altri giorni e se mi affaccio, non mi pare che tra traffico e via vai di gente, sia cambiato poi molto. Anzi, sono scesa a fare la spesa ed eravamo in 2 in tutto il supermercato (qui potete dare una letta al post dello scorso anno).

Donne

Ho conosciuto tante ragazze e donne in questi anni, alcune le ho incontrate dal vivo, ci siamo conosciute tra punture e sogni, o abbiamo fatto in modo di conoscerci. Oppure ci sono quelle con cui condividiamo pagine di blog, con scritture fitte e commenti piccati; ci sono quelle dei social, che come me si nascondono dietro le paure e le ansie di questo percorso di PMA.

Ma quello che ci rende tutte uguali, è la forza che abbiamo, il coraggio con cui con i nostri compagni (a volte combattiamo anche contro di loro, come se avessimo davanti i mulini a vento), ci mettiamo anima e corpo in questo progetto chiamato FIGLIO.

Numero, numero... 3!

Contemplo la mia pancia muoversi sotto le maglie larghe, mentre il signorino chissà che starà facendo – si starà esercitando per fare il calciatore, il karateka o la trottola? Mi sveglia anche di notte, ma poso la mano sulla pancia e lui si calma ed insieme riprendiamo sonno.

A volte ancora non mi sembra vero di essere incinta, di essere io quella con due cuori che battono insieme, quella con la pancia gigante mettendosi davanti lo specchio. Ma poi, poggio le mani sulla pancia e ascolto. E cerco di non tralasciare nessuna vibrazione, perché non voglio perdermi niente di questi mesi che scorrono veloci. E già so, che questi momenti mi mancheranno.

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