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E poi va così

E' sempre come se fosse la prima volta.
Nonostante le innumerevoli permanenze nei corridoi degli ospedali, ogni volta si fa un gran respiro profondo e tutto sembra nuovo. E' nuovo il colore dei muri, i quadri appesi, le persone che sono sedute con te in sala d'attesa.
Sei sempre vulnerabile, hai paura e ti senti sola. Ti guardi intorno e gli altri sembrano meno smarriti, sembrano sapere dove andare; gli altri in sala d’attesa chiacchierano tra loro, ognuno con il suo partner oppure giocherellano con una rivista o il cellulare. Ma tu no, sei arrivata di corsa, con il fiatone e la borsa, l'ombrello e il cellulare in mano, insomma, il solito disastro.
E solo dopo pochi secondi ti rendi conto che, chi è li con te (e come te) realmente non è più tanto giovane, le mogli hanno superato da un pezzo i 40 anni e le rughe lo dimostrano tutte; i mariti hanno i capelli bianchi e l'aria stanca.
Anche se ormai posso quasi definirmi "una veterana", mi sento sperduta ogni volta che supero la porta automatica del Centro, nonostante conosca i corridoi, le segretarie e ho (quasi) imparato dove portano tutti gli ascensori. Ed anche se le altre sono così diverse da me - da noi - mi ricordo nuovamente che non sono sola. Siamo così tante. Tane coppie, tante donne, tanti sogni infranti che sperano di avverarsi più presto che tardi. Siamo semplicemente quella parte di donne che si alzano presto per andare al monitoraggio prima di andare al lavoro, che si fanno punture nella pancia tutte le sere, che sopportano gli ormoni in grado di stravolgere umore e fisico - contrariamente alle altre volte, in questo ciclo non ho le braccia blu a forza di prelievi, perchè questo Centro non gli da importanza..

E quando mi sento stanca e scoraggiata, guardo quello che ho e vedo mio marito, che deve affrontare il dolore di vedermi soffrire, lottare ed essere vulnerabile. Ma allo stesso tempo caparbia, perchè se non fossi io a scegliere di andare avanti, forse lui rimarrebbe così nell'attesa di una vita "come Dio vuole..". Ma lui è forte, è doppiamente forte perchè deve esserlo anche per me, perchè vuole essere la mia spalla per ridere e per piangere, per confortarmi e per fare il tifo ad ogni buco di puntura. Anche lui vuole questo figlio ed anche lui ha paura.
Questo tentativo è duro, stiamo entrambi nascondendo a tutti quello che succede; chiediamo permessi a lavoro e continuiamo a sorridre, perchè nonostante tutto, stiamo passando anche un buon periodo a lavoro, siamo appagati come persone e come coppia. E spero che questo senso di benessere e serenità possa andare avanti per molto, perchè oggi siamo più sereni e vediamo il sole, quando invece, abbiamo attraversato varie tempeste. Ma soprattutto, spero che tutti questi sforzi e questo dolore, venga ripagato da buone notizie.

NON POSSIAMO SCEGLIERE SOLO QUELLO CHE CI PIACE, non si può ridere, vivere, essere felici senza aver pianto, aver combattuto e aver preso porte in faccia..

1 commento:

  1. In questo percorso non ho mai conosciuto un solo uomo che facesse traino in direzione pma.
    Le donne, tutte le donne, sempre le donne a smuovere e muoversi. Come se non bastassero le dosi massicce di ormoni, la continua sensazione di essere biologicamente inadeguate, la sofferenza ad un negativo e tanto altro... Sempre le donne a rialzarsi e guardare avanti.
    Anche nel nostro caso fu così.
    Fosse stato per lui avrebbe aspettato (cosa non si sa) sarebbe stato a guardare ed avrebbe accettato quello che la vita ci dava o non naturalmente.

    Oggi mi ringrazia. Quella piccola monella è più figlia della mia ostinazione che non della sua indolenza.

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