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La presa, da staccare

La vita è fatta di fasi, salite e discese, gioie e difficoltà e ben lo sappiamo noi che affrontiamo la PMA: un giorno sei in paradiso perchè il pick-up è andato bene, poi sei in down perchè è arrivato il negativo.., ma comunque la vita è fatta a modi altalena e dicono (da quanto tempo lo scrivo?) che questo susseguirsi di situazioni, ci aiutino a svilupparci nelle nostre relazioni interpersonali.

Cresciamo con un'ossessione al possesso, con la necessità di certezza, di sicurezza che si lega ad una definizione: quella cosa - o quella persona - deve essere "mia". Questo modo di pensare, se ci pensiamo - bel gioco di parole - alimenta solo la nostra distruzione, limitando la libertà (di essere.. di agire..) e cercando di soffocare il corso della vita stessa, senza pensare invece, che la nostra vita è solo "una goccia nel mare di un oceano di esistenze". Voglio MIO figlio; aspetto la MIA gravidanza..

Questo nostro bisogno di "possedere" ci rende prigionieri della nostra stessa libertà, a volte inquinando anche la libertà di chi ci sta intorno. Esempi ne abbiamo? Io parlo sempre come donna che ha affrontato la PMA, quindi immaginate tante di noi, tra ospedali, centri analisi, visite etc.. che "ci portiamo dietro" i nostri cari mariti - che ne farebbero sicuramente a meno.
In psicologia, imporsi e imporre è spesso un mezzo per nascondere dietro propositi una paura o un disagio, come rimanere soli, deludere, non voler accettare le cose.. cercando invece di "cristallizzare" un momento specifico di benessere temporaneo.
Io sono una di quelle che "non cede", perchè ho paura della pagina bianca, del giudizio degli altri (IO??????); a volte, si ha paura di non avere alternative all'abitudine: perchè lasciare la strada vecchia per la nuova, quando quella vecchia se pur accidentata, sappiamo già dove va e come è fatta? Non riusciamo a volte, a far brillare la nostra energia interiore.

In questi giorni ho avuto modo di pensare e mi sono chiesta: mollare la presa significa rinunciare? Io sto mollando sempre per questo alone di sconforto e stanchezza che mi sta risucchiando, ma non per questo rinuncerò al mio sogno, quello di diventare genitore.
Forse basterebbe guardarmi da fuori, magari rivalutando le nostre priorità, cercando di avere più cura di noi/me stessi (ogni tanto mettiamo quasi in stand-by la coppia, vero?).
Mollare la presa, anche solo per un attimo, a volte può diventare il più grande dei rimedi, per guardare nel vuoto che si è creato intorno a noi, perchè diciamocelo, io mi sento sull'orlo di un buco nero, e ne sono spaventata. Dovrei invece riempire questo buco con i cocci del un vaso che è andato in frantumi in questi anni, dandomi una nuova opportunità di ricominciare.

Perchè poi a pensarci veramente, lasciare andare non significa sempre perdere qualcosa; lasciare andare significa permettere alla VITA di portarci esattamente dove siamo destinati ad arrivare. In questo ci credo e l'ho sempre creduto. Forse ancora non siamo pronti, forse dovevamo conoscere questo mondo, forse ci è stata data la possibilità di guardare e conoscere il mondo.. Ognuno di noi dovrebbe vedere il destino e le scelte che facciamo, come un ponte per arrivare alla destinazione, che è sempre, meravigliosa, nonostante il dolore.

Ok. Ora, invece una piccola parentesi musicale. Festival di Sanremo. Avete sentito la canzone dei BoomDaBash? Non me ne sono accorta subito, ma dopo un pò mi è venuto un dubbio e sono andata a leggere il significato del testo.
La canzone "Per un milione" ci invita a riflettere sull'apprezzare le piccole cose, i piccoli gesti che riempiono le nostre giornate. Però soprattutto è una dedica a qualcuno che si sta aspettando. Che sia un figlio, un amore, un parente.. Io l'ho letta così, come l'ATTESA che nonostante ci tenga con il fiato sospeso, va vissuta a 360°, perchè seppur ci sono tante attese nella vita, ognuna è bella e particolare.

..E non c’è niente al mondo
Di migliore di te
Nemmeno vincere un milione
Ti giuro che l'attesa aumenta il desiderio
È un conto alla rovescia
Col tempo a rilento
Però ti sto aspettando come aspetto un treno
Come mia nonna aspetta un terno
Aspetterò che torni come aspetto il sole
Mentre sto camminando sotto un acquazzone
Come una mamma aspetta quell'ecografia
Spero che prenda da te
Ma con la testa mia..

 

3 commenti:

  1. Ci sta: è fisiologico, non per questo è meno difficile, ma ci sta. Mollare la presa, come tu dici, non significa abbandonare. Sospendere è il termine giusto, per dare priorità ad altre cose.
    Penso di essere tua coetanea in termini di pma, ma questo passaggio per me, per noi c'è già stato: non ci siamo fermati mai veramente, ma ricordo benissimo la sensazione di non essere sicura di voler continuare.
    Lo sai da te: solo voi siete detentori delle vostre scelte e del vostro rapporto. Qualunque sia la scelta, sempre e comunque sarà la vostra scelta e per questo giusta.
    Ti abbraccio <3

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    1. Devo solo alleggerire i miei pensieri. Poi chissà.. Staccare appunto non vuol dire rinunciare, anche perchè se rinuncio, mi sembra davvero di aver perso.
      Ho paura di diventare una ossessionata, ma a volte, sono proprio le "passioni più ardenti" che ci spingono più lontano.
      Ho tanto rabbia e paura. Non so come gestire i miei sentimenti. E per quanto mio marito sia una persona fantastica, premurosa, amorevole etc.. ho capito che il mio "dolore" lo allontana e in questo momento, non mi è per nulla di aiuto.
      La scelta non c'è. A volte agisco d'istinto e poi, a volte, me ne pento. Ma vabbè. Forse è proprio la vita a metterci davanti a "scelte" sbagliate, perchè vuole vderci lottare!

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  2. In teoria nella vita non bisognerebbe avere ne'rimorsi e ne' rimpianti, ma va se che questo è relativo al vissuto di ciascuno.
    Il bisogno di pausa ci sta, è fisiologico, soprattutto dopo quei colpi che ti mettono in ginocchio e ti fanno rimettere in discussione tutto.
    "riposarsi" non equivale ad arrendersi, anche i guerrieri più grandi e forti dopo diverse battaglie hanno bisogno di riposo, per ricominciare, se vorranno, più in forma che mai.
    Inutile prendersi in giro, i rapporti di coppia risentono della pma, non c'è niente da fare e la pausa potrebbe servire anche per ripristinare un equilibrio messo a dura prova da ormoni e tempi scadenza ti dà cicli mestruali.

    Uomini e donne percepiscono gli obiettivi in modo diverso e li perseguono in altrettanti modi diversi. Va da sé che anche la genitorialità è coinvolta in questo relativismo.

    Per me partì già in modalità ossessione, per lui no. Non so darti un consiglio che sia assolutamente giusto, perché per quanto mi riguarda saprei che al tuo posto anche se scegliessi di mettere tutto in standby, avrei la mente sempre ferma e fissa lì.

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