Ci abbiamo messo un pò per
scriverle una mail - non sapevamo come scrivere, cosa dire, quanto spingerci -
ma quando l'abbiamo contattata, lei ci ha dato appuntamento in un pomeriggio di
questa quarantena.
Molto solare, giovane, aria
simpatica, già alla prima occhiata ci ha fatto una buona impressione.
Le avevamo inviato tutta la cartella con i risultati della diagnosi pre-impianto e del test genetico di Mr. P., più altri 3/4 allegati di analisi e la nostra storia in "cerca della cicogna".
Le avevamo inviato tutta la cartella con i risultati della diagnosi pre-impianto e del test genetico di Mr. P., più altri 3/4 allegati di analisi e la nostra storia in "cerca della cicogna".
Se avevamo preso la notizia che lui
è POSITIVO alla FENILCHETONURIA quasi strappandoci i capelli e cadendo in un
baratro di ulteriore tristezza e sconforto, posso dire che la Dottoressa è
stata molto chiara, limpida, esauriente nelle risposte.
Prima di tutto ha iniziato
spiegandoci meglio che per la diagnosi, le aneuploidie consistono in
cambiamenti del numero dei cromosomi (come avevamo già visto), e che circa il
20% degli ovociti è portatore di aneuploidie con una percentuale variabile dal 10%
al 60% - la mia è abbastanza vicina al 60% visto che a 38 anni risulto
"vecchia" geneticamente. Quindi, anche questa cosa l'abbiamo chiarita
.
Poi è arrivato il momento di
parlare della questione malattie genetiche, quindi quello che a noi ci premeva
di più capire, anche perchè il referto era pieno di numeri e percentuali, che
ci spaventavano più che farci rasserenare.
Parliamo di una
malattia recessiva metabolica, cioè causata da mutazioni di geni responsabili
del deficit parziale o totale di un enzima.
Mio marito
ovviamente non ha sintomi perchè è un portatore sano e la donatrice di ovociti
- a cui saranno stati effettuati questi stessi test - sarà negativa per la
stessa malattia, quindi il rischio di avere un figlio malato è di 1/1800 circa
(nel caso di entrambi i genitori portatori, il rischio è del 25%).
Ci ha spiegato
un pò di cose riguardo alle MUTAZIONI DE NOVO, che non sono a carattere
ereditario, ma insorta durante il processo di formazione dei gameti -
frutto di un evento "nuovo", verificatosi per la prima volta in quel
"soggetto". Parliamo di circa 60 mutazioni de novo e di 8.000/10.000
malattie genetiche, che ovviamente è impossibile analizzare e fare screening.
Insomma, una percentuale di
"natura" ci sta sempre, perchè è vero che stiamo parlando di scienza,
ma non è per nulla assoluta (questa frase me la ripeto da un pò, perchè c'è
sempre la possibilità di incappare in una eccezione).
La telefonata si
è conclusa con le nostre domande, anche se le risposte ci erano state fornite
durante il consulto, e mi sono posta un dubbio: si parla di EPIGENETICA quindi,
se io fossi portatrice di questa stessa malattia (o di un'altra), potrei dare i
geni all'embrione? La risposta è stata NO, perchè il corredo del DNA è fornato
già con l'impianto e l'epigenetica si occupa di altro..
Per il momento,
avendo tirato un sospiro di sollievo e senza dover pensare ad una doppia
donazione eterologa, aspettiamo la relazione della Dottoressa e tempi migliori,
perchè i Centri PMA in Italia per il momento sono fermi e speriamo al più
presto di ricevere la telefonata che la nostra donatrice, è stata trovata.
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