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Ripensando al lutto

Ci penso in questo periodo, perchè se non avessi avuto l'aborto al secondo transfer, probabilmente avremmo festeggiato 1 anno del nostro bambino. E mi rabbuio quando vedo le foto di una conoscente, che appunto, festeggia il compleanno di suo figlio.
Ho visto la sua camera gestazionale e il suo polo embrionale, quindi lui c'era. E sarebbe potuto diventare un bambino e festeggiare il suo primo compleanno proprio qualche giorno fa.

Ripenso alla gioia, alle emozioni, al nostra guardarci con stupore e increduli dire "siamo incinti". Ripenso a quei momenti belli vissuti dolcemente in privato, tra le nostra 4 mura.
Invece, vengo risucchiata nel vortice del dolore e dei pensieri, perchè la mia amica qualche giorno fa, mi ha scritto che il cuoricino del suo piccolo "non batte. Non batte più".

Come si vive questa situazione? Come si può essere di supporto psicologico a qualcuno che sta a pezzi, senza andare tu stessa in frantumi un'altra volta?

Spesso si tende ad attribuire la perdita con un aborto a qualche "leggerezza" commessa dalla madre, a qualche errore commesso dai medici, o più banalmente, al "destino".
E' raro incontrare persone che adottino un approccio rispettoso e aperto a questi fatti, perchè ci siamo sentite dire anche "meglio adesso che più avanti"; il fatalismo è ancora diffuso e dai familiari agli stessi medici, abbiamo ascoltato frasi come "fattene una ragione", evitando anche approfondimenti diagnostici. Tutte le parole che ci vengono dette, sembra vogliano sminuire il nostro dolore - ci fanno sentire incomprese e sole. Proprio nel momento in cui avremmo più bisogno di vicinanza, empatia, affetto.

Non bisogna far finta di niente. Le ho chiesto tante volte "come stai e come ti senti", perchè se lei vuole parlarne, le potrà far bene "tirare fuori" le sue emozioni. A me è capitato ed ancora oggi mi fa piacere quando me lo chiedono. Trascorsi i primi giorni di vuoto in cui realmente bisogna capire cosa succede, ho sentito un bisogno fortissimo di parlare, di raccontare quello che era successo e come lo stavo affrontando.
C'era tanto da raccontare, ma pochi disposti ad ascoltare. Il discorso era sempre "stai esagerando.. non era neanche un bambino.. ti capisco (magari detto facendo un'altra cosa)..".
Quando una donna perde un bambino (è la coppia che lo perde, ma il carico maggiore legato al dolore del vuoto fisico, lo abbiamo noi) già sa che dovrà affrontare un percorso per elaborare la perdita. Mettere dolore sopra altro dolore. Non si può quantificare quanto tempo ci serva, ma sappiamo che se anche dentro continueremo ad essere rotte, fuori dobbiamo dimostrare di andare avanti. Quasi come se nulla fosse..

Il suo test positivo è stato per me importante come se fosse il mio: dopo anni di infertilità e vari tentativi di PMA, lei ce l'aveva fatta in modo naturale, quello bello, amato, voluto, sudato.
Era la piccola vittoria per noi che non ce la faremo mai naturalmente..


Cara amica, come donne che ha sopportato una perdita ti prego, non cadere nella tentazione di crogiolarti nel dolore, non ammettere l'ansia nella tua vita e non coprirti di senso di colpa.
Ne uscirai nuovamente massacrata, sia psicologicamente che fisicamente: dover affrontare nuovamente un raschiamento ti darà dolore ora e ti farà tornare indietro a quello che hai dovuto sopportare un anno fa.
Un aborto spontaneo è una piaga nell'anima.
Siamo donne vulnerabili, sensibili, ferite. Ma siamo anche guerriere.
Fammi sapere se c'è qualcosa che posso fare per te. Vorrei esserti fisicamente vicina, stringerti, prenderti le mani, guardati negli occhi.
Ed io per te, ci sarò sempre (lontano dagli occhi, vicino dal cuore).

1 commento:

  1. Chi può essere tanto crudele da pronunciare frasi del genere con l'intenzione di sminuire un dolore così?!
    Voglio pensare si tratti di un maldestro tentativo di confortare, distogliere, seppur sbagliato.
    Un bambino è un bambino nel cuore della sua mamma fin dalla doppia linea rossa e per chi, come la tua amica, viene da un percorso di infertilità un bambino è tale ancor prima di esserci nel cuore e nella testa della sua mamma.

    Un aborto viene vissuto come una sconfitta, un dolore troppo grande da comprendere, come una beffa della vita e nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di sminuirlo.
    Nessuna leggerezza da parte della futura mamma, ma spesso ragioni mediche dietro, madre natura che sceglie per noi.

    Un pensiero per la tua amica, che la vita possa restituirle presto il sorriso.

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