Ci stiamo alzando dal
letto. Tutto è pronto per iniziare la giornata. Ma quando ci svegliamo, a cosa
pensiamo? Generalmente cerchiamo di fare un check mentale di quello che ci
aspetterà, sperando che la giornata sia serena, tranquilla, perfetta. Per fare
in modo che la giornata prenda il giusto ritmo, siamo noi che ci dobbiamo porre
nel modo corretto, soprattutto cercando di essere perfetti nel corpo, nella
mente, sul lavoro, in famiglia..
Cos'è la perfezione e
come raggiungerla con la felicità? Epicuro (già nel 300 e qualcosa a. C.) scriveva: "non il giovane è felice, ma il vecchio che ha vissuto una vita bella; poiché
il giovane nel fiore dell’età è mutevole ludibrio della sorte".
Il disagio al fatto che siamo insicuri ed infelici, da cosa deriva? E' solo un "numero" anagrafico? No, perchè siamo portati ad essere (o voler essere) sempre perfetti in tutto, mannaggia!
Perché questo? Perché lo
vogliamo fare per noi stessi, perché ci viene quasi "imposto" dalla società,
perché vogliamo essere meglio di un altro. Il nostro pensiero si basa sull'idea
che "se divento perfetto come tutti vogliono che sia, forse otterrò l'approvazione
necessaria per raggiungere il mio intento" – qualsiasi questo sia.
Perché bisognerebbe
ambire a essere perfetti? Per avere la famiglia che abbiamo sempre desiderato;
la casa grande, ammobiliata con stile, il giardino o il terrazzo..; per trovare
più facilmente lavoro e magari, avere
una carriera migliore; per essere apprezzati ed avere "più amici"; per non
sentirsi in colpa.. In sostanza, per "ESSERE FELICI".
Ma ovviamente, c'è un
MA: chi ha come obiettivo la felicità tende ad essere meno felice, perché si
diventa ossessionati dalla felicità - dalla ricerca della felicità - come
stiamo diventando ossessionati dalla ricerca di un figlio. Non dico che non
sono felice, ma sapete bene dove voglio arrivare: il troppo stroppia. Sempre.
Essere dei "perdenti",
dei falliti non va bene e spesso, sembra non venir accettato dagli altri. E più
proviamo a toglierci di dosso la polvere dello sconfitto cercando la
perfezione, più viviamo con pressione ed entriamo in un circolo di problemi.
Essere sempre corretti,
fare le cose nel modo giusto, non superare i limiti, questo provare ad essere "perfettini" a tutti i costi non ci rende assolutamente più felici (né migliori).
Non siamo capaci, io per
prima, ma dovremmo accettare le nostre imperfezioni, rendendole quasi una
nostra peculiarità e sicuramente, vivremmo più sereni con il giusto valore che
daremmo alle cose che già abbiamo.
Basta pensare a quando
abbiamo cercato di essere perfetti, sforzandoci: non siamo spontanei (appunto,
ci sforziamo) e siamo anche poco flessibili. Diventiamo sgraziati e privi della nostra anima - e ciao la serenità. Un conto è migliorarsi, che ci
fa bene ed è sicuramente positivo, ma "omologarci" per sentirci felici, è tutta
un'altra storia..
La cosa migliore da
fare, sarebbe metterci davanti allo specchio e non cadere nelle trappole che
noi stessi ci costruiamo: basta con i pensieri auto-distruttivi e le idee
pessimistiche, perché così vediamo la vita solo dal suo lato negativo. Basta
fare paragoni negativi con gli altri, perché è normale sentirsi insoddisfatti,
non perfetti ed infelici, guardando solo chi rappresenta il top per noi (ecco,
la vita vissuta degli altri sui social per esempio è un pessimo "specchietto per
le allodole"). E poi, quante volte rimuginiamo sul passato? Non si vive di SE e
di MA, eppure sembra che non riusciamo mai a guardare avanti, senza aver dato
un ulteriore sguardo a quello che ci stiamo lasciando alle spalle, facendoci
schiacciare da questo. Può capitare che il ricordo di alcuni episodi negativi,
possa bloccarci, facendoci diventare più insicuri e senza la giusta spinta per
affrontare nuove opportunità.
Mi è capitato di
sentirmi impotente e "piccola" davanti a persone che si sono poste in maniera ostile
nei miei confronti; mi capita a lavoro e solo da poco, cerco di passare sopra alle
sfide o alle frecciatine che mi vengono lanciate, perché non devo cedere al "controllo" che questa persona pensa di avere su
di me.
Allo stesso tempo, super
difficile, ho affrontato questo argomento più volte anche durante le sedute di
riflessologia plantare, dovremmo riuscire a perdonare noi stessi. Non siamo
invincibili, tutti commettono errori e dobbiamo provare ad affrontare l'errore,
per poterci sentire in pace con noi stessi, appunto perdonandoci.
E soprattutto, basta ad
avere paura di fare errori e di cadere nel fallimento: inconsciamente o no, la
paura di fallire e di sbagliare, viene associata all'apprezzamento degli altri
e al mondo della perfezione che cerchiamo di costruire dentro di noi.
Ma ora BASTA. Cerchiamo
di rimboccarci di le maniche e di guardare il la strada verso il futuro per
quella che è: una vita da vivere con noi stessi, commettendo errori, sbagliando
strada, usando le parole sbagliate, conoscendo le persone migliori o le
peggiori, ma sono facendolo senza cercare nulla, ma vivendo di quella che per noi è davvero la serenità.
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