"Ombra: area scura proiettata
su una superficie da un corpo che interponendosi tra la superficie
stessa e la sorgente luminosa, impedisce il passaggio della luce".
Parlando dal punto di vista psicologico, per ombra s'intende anche il lato "oscuro" della personalità di ogni individuo,
che contrastano con le parti "luminose" di noi stessi. Dentro di noi convivono luci e ombre, maschile e
femminile, conscio e inconscio..
Fanno parte di ciò che siamo, di
ciò che non vogliamo essere e di quello che potremmo essere. Rappresentano in parte quello che riconosciamo, che vorremmo evitare,
che ammettiamo e che ignoriamo o non vogliamo vedere. E in questo nostro personale "equilibrio" cerchiamo di trascorrere le nostre
giornate senza che nessuna delle parti domini la nostra vita. Vorremmo..
Platone è forse il primo ad utilizzare questa potente immagine evocativa: nel mito della caverna (Repubblica,
libro VII), la fonte della conoscenza è la luce, che brilla sotto forma di luce del fuoco. Senza questa luce, che è l'idea del
bene, gli uomini incatenati vivrebbero nell'oscurità (che rappresenta anche l'ignoranza); grazie ad essa vedono e
conoscono, anche se per colpa delle catene, la vista è limitata
alle ombre, insoddisfacente via di mezzo tra la luce diretta e
l'oscurità totale.
Io oggi sono così. Incatenata in questa grotta di stanchezza, di tempo grigio, di maglie troppo pesanti e mal di testa. Perchè per 3 giorni ho pensato all'ombra, ma forse l'ho vista solo io..
A volte, accettare le nostre ombre può implicare dolore, ma anche evoluzione,
cambiamento e accettazione di sé. Permettono, di conoscere sé
stessi e sviluppare una sana autostima. Non ci sono solo luci e abbiamo visto, che anche ci fossero, non illuminano sempre la nostra vita. Le luci a volte ci abbagliano e
le ombre possono darci le risposte.
Pronto? Da dove veniamo? Dove andiamo? Che devo fare? Quando sarò incinta? Quanta sofferenza ancora? Quanta acqua deve passare sotto i ponti? Quante feste di quelle incinte mi devo sorbire?
La nostra ombra è una cosa alla quale non facciamo neppure caso, a meno che non si tratti di cercare l'ombra quando fa caldo o il sole è forte. Ma che succederebbe se non avessimo mai visto un'ombra? Basta pensare a quando eravamo bambini, per non sapere cosa sia.. Oppure, quando siamo soli in casa e un'ombra passa davanti ad una finestra, siamo assaliti da un senso di inquietudine..
Pensiamo questo - che per quanto banale, è un ragionamento sensato (me lo dico da sola ahHahAhhahahahHAHAAH): l'ombra ha un significato profondo,
perché è una cosa dalla quale non possiamo separarci! Che vuol dire? Nella vita ci sono alti e bassi.
Nel mare della nostra vita, siamo tutti come dei surfisti. Non
possiamo controllare le onde e le maree, ma possiamo imparare a non
perdere l'allegria ed il piacere di fare surf, quindi, di vivere al meglio.
Bisogna essere pronti ad affrontare le onde con
tanta voglia di divertirsi e di godersi un'emozionante nuotata; tutti siamo consapevoli di poter cadere e
spesso cadiamo, ma dovremmo essere sempre come il surfista, che si diverte anche a cadere, pronto a fare di quella caduta, un'esperienza.
Come l'esempio del mare e del surfista, dobbiamo accettare le luci e le ombre sulla nostra vita, sulle nostre relzioni, su noi stessi, per vivere al meglio la realtà - pnesate un pò.. - per godere davvero la pienezza del "qui e ora".
Domanda che mi fanno spesso in questi giorni: "ma tu, come stai?".
Non esiste una risposta unica, perchè alterno emozioni contrastanti, sto bene e mi sento serena, ma poi passa un'ombra e mi ributto giù e vedo nuovamente tutto nero e mi chiedo se vale davvero la pena continuare a credere ed a sperare. Ma poi le ombre se ne vanno, e ho un lavoro nuovo e mi sento stimolata e mi piace sapere di essere euforica, ma poi tornano i dubbi e ricado in questo stato grigio e un pò pessimista. Passerà. Tutto passa, basta solo cavalcare l'onda e aspettare che passino le nuvole (ombre).
Sarebbe facile e basterebbe accendere la luce per allontanare le tenebre, solo che a volte, non è chiaro dove cercare l'interruttore.
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