La
procreazione medicalmente assistita è un percorso di grande
crescita, che racconta trasformazioni fisiche e psicologiche durante
il percorso di ricerca di un figlio. L'attesa genera ansia e paure a
causa dell'impossibilità di prevedere e controllare il risultato - e questo l'abbiamo capito. Tutto il percorso è carico sia di speranze
sia di timori. Quando come nei nostri casi, i trattamenti non vanno a buon fine, siamo chiamati a confrontarci con un insuccesso che provoca sofferenza, dolore e rabbia.
Ma quanto
valore e potere avevamo dato alla scienza e a tutto questo ambaradam? Quello
che molte di noi - io per prima - non capiscono quando si entra nel
vortice della PMA, è che ci si trova davanti ad un "non-evento"
e che la parte medica, sarà un'intrusione nella sfera intima.
Tutte le
visite, i trattamenti, gli orari da rispettare, le medicine, sono un
immenso stress cui come coppia ci dobbiamo adattare. Si può dire che
è una prova di coraggio, in quanto mettendoci faccia a faccia con
l'infertilità, dobbiamo accettare la nostra condizione. Che il
progetto figlio arrivi a compimento o meno, la PMA ci mette alla
prova con il senso dello stare insieme.
In
passato ho scritto che "è stata tempo, soldi spesi e persi",
ma raramento mi sono soffermata sull'investimento emotivo, sul
dispendio di energie psichiche. Questo desiderio di un figlio è
stato coltivato a lungo e più volte infranto da cui ha origine una
"gestazione psicologica" del figlio immaginato che inizia,
nella nostra mente, E' un desiderio che assorbe pensieri, energia ed
emozioni e che accompagna la nostra quotidianeità, spesso
condizionando anche il modo di viversi e di relazionarsi agli altri.
Chi affronta la PMA arriva al percorso già frustrata da esperienze
durate mesi e anni, di tentativi di concepire naturalmente che non
sono andati a buon fine..
Seppure
la coppia condivida il progetto di avere un bambino e scelga insieme
di ricorrere alla PMA, lo stesso percorso medico da un lato
rappresenta un enorme supporto carico di aspettative e investimento
emotivo e dall'altra, è fonte di angosce difficili da gestire:
durante la PMA la coppia può essere agitata ma intimamente divisa
tra i sentimenti di speranza e il timore per l'insuccesso.
Basta
pensare (e rivivere il nostro ultimo anno) alle attese,
all'invasività di alcune pratiche, all'incertezza con varie
preoccupazioni ad ogni step: stimolazione (il mio corpo come reagirà?
Produrrò buoni ovociti?), prelievo ovociti (quanti saranno? Andranno
bene?) e di spermatozoi (saranno sufficienti e buoni?), fecondazione
(saranno fecondati?), transfer, verifica dell'impianto (si anniderà
l'embrione?) e gravidanza (avrò una gravidanza? Andrà a
termine?).
E’ un
percorso davvero impegnativo ecostoso da vari punti di vista.
Proprio
in questi giorni, ha fatto scalpore un post di Katie Lee, blogger,
critica cuclinaria e scrittrice, che dopo vari trattamenti di PMA e
continui fallimenti, ha messo in chiaro il suo punto di vista -
ovviamente doloroso -, criticando chi continua a chiedere alle donne
se e quando faranno figli, senza pensare alla storia di ogni
donna/coppia. Voglio
riportare quello che lei ha scritto, perchè tocca in pieno il tema
che ho portato alla luce oggi.
"È
una situazione che ti toglie ogni forza, sia dal punto di vista
fisico che psicologico. Sorridere non è facile. Quando le persone mi
chiedono se sono incinta, mi fanno male. Mi ricordano che non lo
sono. Quando qualcuno mi dice che ho preso qualche chilo, sì è
verto. Non posso fare ginnastica e gli ormoni mi hanno gonfiata".
Ho letto
molti commenti sotto il post di Katie e sempre di più, mi rendo
conto che siamo davvero in tanti.
Il
silenzio che ci creiamo intorno quando affrontiamo questo percorso,
spesso è assordante; i momenti che sembrano vuoti, sono quelli pieni
di pensieri e riflessioni che lasciano spazio alla parte più vera e
intima di noi stessi.
Nessuno
di noi è pienamente consapevole che non tutti riusciranno a coronare
il proprio sogno, perchè la PMA è una grande opportunità, è una
chance, ma non è la soluzione "dei nostri problemi. E sempre
più spesso, solo all'ennesima delusione capiamo che forse, la
scienza non
può
essere un dogma, questa PMA non è esatta, o forse, non è
semplicemente giusta per noi..
Diario di bordo, idee e scritture senza filtri. No-mammy blog! Voglio mettere nero su bianco alcune emozioni e sensazioni di questo percorso particolare, lungo e difficoltoso che stiamo iniziando ad affrontare: la PMA!
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A parte il fatto che in genere un sacco di persone fanno le domande più importune, sempre e comunque, in ogni situazione. Bah, non so se ci pensano all'impatto che quelle domande hanno, forse lo fanno per abitudine, o perché danno per scontato un sacco di cose. Boh.
RispondiEliminaComunque ti auguro il meglio. Hai (avete) una forza eccezionale e spero che verrete ricompensati!
Grazie per l'incoraggiamento!!! :-)
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