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Storie di infertilità


Ci chiediamo sempre "perchè a me.. perchè a noi..", ma nel corso dei secoli, tante coppie hanno dovuto far fronte alla difficoltà di avere un bambino e molte di queste, sono coppia "famose".

Ma partiamo da lontano: il Libro della Genesi parla di due sorelle, Rachele e Lia. Rachele era bella e desiderata Giacobbe, mentre Lia fu data in moglie a Giacobbe con l’inganno; Dio rese possibile la volontà di Lia di avere bambini, mentre la sorella non riusciva ad averne. Anticamente la sterilità era considerata una disgrazia, e quando dopo sei anni di matrimonio Rachele rimase incinta e diede alla luce Giuseppe, Rachele gridò: "Dio ha tolto il mio disonore dandomi un figlio".
La convinzione di Rachele, che la sua sterilità era una vergogna, fu la stessa convinzione che accompagnò molte donne per secoli.Ancora oggi, molte donne si sentono colpevoli, si vergognano e provano un senso di umiliazione nel confessare i propri (o del partner) problemi di fertilità/ infertilità.

Anche se l'infertilità è un problema tanto femminile quanto maschile, il dito è sempre puntato contro noi donne, sul fatto che non riusciamo a rimanere incinte. 
Nell'età della Reggenza in Inghilterra, un uomo poteva ripudiare la moglie se non riusciva a concepire.
Il re Enrico VIII ebbe varie mogli, attribuendo sempre a loro il problema di non riuscire ad avere un erede maschio: solo secoli dopo, la scienza ha dimostrato che è il cromosoma maschile che determina il sesso nel nascituro.

Il re di Francia Luigi XVI sposò la bellissima Maria Antonietta, ma sembrerebbe che fosse lui "il problema", anche se per anni il popolo accusò la regina di non riuscire a dare alla Francia un erede. L'accusarono di molte cose, addirittura le inviarono una lettera su come "svolgere adeguatamente" il suo lavoro ed impegno di moglie.

Le donne con problemi di fertilità al giorno d'oggi, spesso sono costrette a subire un trattamento da emarginate, e nonostante il dolore, dobbiamo subire anche consigli e pressioni gratuite ed inopportune (chiaramente non richieste) da parte dei famigliari. Sappiamo in prima persona, come ancora oggi l'infertilità possa essere considerata un taboo.
Ad una donna infertile del Rinascimento in Inghilterra sarebbe stato consigliato di bere un elisir particolare, composto da latte di cavalla, da sangue di coniglio e da urina di pecora. Secondo alcuni alchimisti del 17 ° secolo, respirare i fumi di tè di erba gatta avrebbe curato la sterilità. In epoca vittoriana sarebbe stato, invece, consigliato una vacanza nelle città costiere e lunghi bagni caldi - pure adesso ci dicono "staccate la spina, andate in vacanza e vedrete che arriva..".

Da donne con problemi di fertilità, possiamo immaginare come i risvolti psicologici che accompagnano la "non gravidanza", siano stati gli stessi che hanno accompagnato le donne nei secoli. Fortunatamente oggi, la scienza ha fatto numerosi passi avanti..
Facciamo un riassunto e vediamo cosa implica: un primo disagio psicologico investe la perdita di autostima e fiducia in se stessi, specialmente nella non risposta del proprio corpo rispetto alle aspettative. La vergogna e il senso di colpa sono un atto di accusa vero e proprio diretto a se stesso o verso il proprio compagno.

Non so se siamo pronti. Non so se qualcosa l'abbiamo superato oppure no.. ma certo è che senza un'accettazione e elaborazione, non può esserci spazio per un nuovo progetto dentro la coppia.
Ed ora? Seguiamo a scrivere e raccontare la nostra storia.

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