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Uomini e PMA

Parlando con le mie amiche del forum, spesso ci sale sulla punta della lingua, la stessa domanda: "ma perchè i nostri mariti/compagni non si interessano così tanto a queste cose?".

A volte purtroppo ci sentiamo lasciate sole. Ma questo credo che non dipenda solo dal momento specifico che stiamo vivendo, ma da qualcosa che sta dentro di loro, nel DNA.
Innanzi tutto, rispetto alle femmine, i maschi parlano molto di meno di sessualità in casa  (si fuori si, ma con le persone sbagliate, o per lo meno, che non gli danno i consigli giusti), quindi il papà fa il vago e la mamma si vergogna; parlare di infertilità o sterilità, è un argomento tabù perchè danneggia la sfera della loro virilità.

Esistono tesi e studi, che realmente suggeriscono un minor coinvolgimento emotivo degli uomini rispetto alla diagnosi di infertilità, se paragonati alle donne. È probabile (pensano gli studiosi) che queste osservazioni siano state viziate da una sottostima delle risposte emotive negli uomini, dovuta ad una maggiore tendenza maschile nella difficoltà di esprimersi e condividere le proprie emozioni. Alcuni uomini, danno per scontato di "non avere nessuna colpa": loro funzionano, quindi non è un loro problema. Partecipano dove devono, ma non si mettono a "condividere" tutto il fardello della burocrazia o delle insidie di questo percorso.
Purtroppo da millenni, la procreazione rappresenta una prova cruciale per il riconoscimento sociale della virilità e del funzionamento sessuale di un uomo. Per questo motivo, la scoperta di una condizione di "infertilità/sterilità" si traduce spesso in una percezione negativa della propria immagine corporea, in un senso di inadeguatezza e in una riduzione dell’autostima, alimentata dagli stereotipi sociali.

Vi ho già parlato di questi mesi di ricerca, di come sia difficile per me affrontare la cosa, ma raramente mi sono soffermata a pensare a Mr P., ai suoi pensieri ed emozioni: quello che prima era piacere, in questi mesi, è diventato uno strumento per raggiungere lo scopo del concepimento, e si associa ad una serie di vissuti negativi e fallimentari. Da entrambe le parti, si assiste ad una perdita di spontaneità, a volte mi rendo conto, che perdiamo il momento "del gioco"; la qualità dei rapporti rischia di essere misurata in termini di capacità di concepimento piuttosto che in termini di intimità ed espressione d’amore.

A volte, molti uomini non ricevono visite di routine, cure preventive o semplici indicazioni sanitarie e spesso ignorano sintomi o rimandano le visite a quando sono davvero malati o provano dolore. Purtroppo la verifica dello stato del benessere psicofisico di un uomo, è ostacolata da vissuti di paura, rifiuto, imbarazzo e dal desiderio di evitare una situazione sulla quale non può esercitare alcun controllo.
Ho analizzato la nostra coppia, e credo che Mr P. abbia proprio questo atteggiamento (a volte): quello che non ha il controllo della situazione, per questo, preferisce rimpallare a me le cose, perchè in caso di "problemi" o domande fuori luogo, sarei in grado di destreggiarmi meglio.

Ovviamente quello che ha fatto fino ad ora è super importante: mi ha capita, sostenuta, abbracciata nei momenti bui, senza farmi sentire la sua delusione e le sue paure, altrimenti saremo crollati in due. Forse, vorrebbe non lasciare che la nostra vita sia assorbita dalla ricerca di un figlio. Infatti (apparentemente più distaccato), ha conservato il senso di integrità e identità rispetto alla mia mancanza di spazio mentale oltre il progetto FIGLIO.

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