Cerca nel blog

Visualizzazioni

È in arrivo...

 

È arrivato il momento di rompere la magia...

Perché si, voglio condividere con voi un altro pezzo di questo percorso.

Sono tornata a leggere i post della scorsa gravidanza, quando ci chiedevamo chi sarebbe arrivato nella nostra famiglia.

Anche stavolta abbiamo visualizzato il numero 4, e sia io che mio marito avevamo immaginato un altro maschietto (io ero davvero sicura, perché l'istinto materno non sbaglia mai); il nostro cucciolo avrebbe voluto "un fratellino E una sorellina", ma abbiamo cercato di spiegargli che c'era solo uno dei due in viaggio verso la nostra famiglia.

Montagne russe

Questi ultimi mesi sono stati un continuo alti e bassi, delle montagne russe di emozioni che ancora oggi mi porto dietro. 

Sapere che una creatura stava crescendo dentro di me, mi ha un po' scombussolato perché per quanto avessimo voluto questo secondo figlio, dover gestire il quotidiano con un altro bambino, non è stato così semplice come affrontare la prima volta il post transfer e i primi mesi, che sono più delicati.

Ho fatto quello che avrei fatto se non fossi stata incinta: il lavoro, la gestione familiare, portare in piscina il bambino (io ho rinunciato ad andare ad acquagym giustificando la mia assenza con una infiammazione intima, che non riuscivo a debellare); ho affrontato l'anno nuovo pregando ad ogni ecografia che le cose andassero nel verso giusto, e per fortuna, la Dottoressa C., ci ha sempre messo a nostro agio e non abbiamo mai rimpianto nessuno dei nostri ginecologi precedenti.

C'era una volta...

Come iniziano le favole? Con "C'era una volta...".

E c'era pochi mesi fa, questa coppia che era riuscita a riattaccare i pezzi dopo un periodo non proprio facile: il transfer andato male con la GEU, la fine dei lavori di casa con il relativo trasloco, l'inizio della scuola dell'infanzia e delle novità che giravano intorno a questo... Insomma, cambiamenti dopo una calda estate, in tutti i sensi.
Settembre si era presentato come un "inizio di anno" un po' assonnato, con troppe cose da fare e poco tempo per farle; con novità da gestire cercando di incastrare tutti i pezzi del puzzle, e con una stanchezza mentale e fisica che mi aveva lasciato ai box della PMA, perché si, avevamo scelto di fare un ultimo tentativo e poi STOP, tutto il circo di medici, analisi, medicine e speranze, sarebbe stato abbandonato.

Raccogliendo i cocci


Il mio cuore vorrebbe un altro figlio, ma il mio corpo forse no. Realmente non sappiamo che succede, la PMA non è una scienza esatta, per quanto sia tutto calcolato, incappiamo in mille ostacoli.

Il mio corpo continua a tradirmi. Me la posso prendere solo con lui. Tanti sacrifici, tanti soldi, tante medicine... Tanta speranza che si è infranta. Sono passati 2 mesi da quel giorno, da quel transfer e vedo ancora nitida quella "stellina" che nel monitor viene rilasciata dentro di me.

Le malattie dei bambini

Quando si cerca un figlio sappiamo bene quali

sono i dubbi e speranze, tutto il circo che gira intorno a questa ricerca impazzita.

Chi come noi ha avuto un figlio grazie alla donazione di gameti, avrà altre cose in più a cui pensare, perché continua a pesare sulla testa di nostro figlio la non conoscenza del 50% del suo patrimonio genetico. Se sembra una cosa da poco conto, realmente non lo è, cioè: già prima che il bambino nasca dobbiamo mettere bene in chiaro con qualsiasi tipo di medico che il bambino che portiamo in grembo è figlio di una fecondazione eterologa.

Il bimbo nasce, cresce e tutti i medici con cui avrà a che fare dovranno/vorranno sapere quali sono le sue origini: origini che neanche noi sappiamo per certo ma non ce ne preoccupiamo, perché non è il sangue quello che conta, non è realmente il suo DNA che ce lo fa sentire più o meno nostro. Siamo sereni, perché chi ha donato i gameti è stato rivoltato come un calzino, è stato sottoposto a molti screening, proprio per non incappare in problematiche mediche. Il donatore della coppia, riceve "lo stesso trattamento", proprio perché la compatibilità deve essere sicura e senza macchia.

Il numero 4

 

Io ci credo al destino e credo anche nelle coincidenze; anche se stavolta qualcosa ho fatto finta di non vederla, ma insomma, mica deve coincidere proprio tutto tutto tutto tutto tutto tutto tutto vero?

Facciamo un passo indietro di più di un mese.

Ci siamo preparati al transfer psicologicamente, fisicamente, con le eco e le medicine, con l'alimentazione, con l'organizzazione giornaliera... E quindi non è un caso se il transfer sarà proprio il giorno quando, tre anni fa, ho scoperto le beta positive del nostro piccolo... però si sa, la vita ci mette alla prova e ci fa gli scherzetti. E allora... Il giorno prima vado al lavoro, mi porta mio marito in anticipo, ci prendiamo un po' di tempo insieme, ma io piena di ormoni mi faccio anche un piantarello e cerco di anestetizzare questo momento che aspetto da tempo. Dopo circa 20 min che lui mi ha lasciata, ricevo una sua chiamata "ho avuto un incidente con il motorino, sto bene ma sto aspettando l'ambulanza". Panico. Quella lacrime che stavo trattenendo diventano un fiume in piena. Sono tutto il giorno a lavoro tenendo i contatti con mio cognato e mio padre, che ricevevano aggiornamenti via SMS.

La disperazione nel pensare al giorno dopo, al nostro momento magico (mio marito niente di super grave) a quello che avremmo voluto/dovuto passare... Spalla rotta (da fare accertamenti), cuore rattoppato, niente sonno e tante occhiaie, la mattina seguente ci dirigiamo con il taxi in clinica.

Socialità

Questa estate, il nostro cucciolo ha fatto passi da gigante: sempre più vocabolario, si comporta da bimbo grande, ha

imparato a giocare con gli altri bimbi.

Nonostante a noi adulti sembri così semplice e immediata come cosa, interagire faccia a faccia con un altro bimbo (cioè senza litigarsi i giochi, senza stare vicini ma facendo le cose da soli) richiede tempo. Ed io sono contenta, perché sembra che finalmente sia arrivato il tempo/momento giusto.

Attorno ai due anni i bambini iniziano ad essere attratti dai coetanei e dai bambini più grandi, infatti iniziano brevi interazioni con gli altri: i piccoli si guardano, si prendono i giochi l’uno dalle mani dell’altro; il loro rapportarsi agli altri bambini non prevede un progetto di gioco comune, ma si tratta di scambi brevi e fugaci. È verso i tre anni che i bambini iniziano a giocare insieme agli altri, soprattutto in quello che si chiama "gioco parallelo".

Abbiamo scelto di mandare lo scorso anno il nostro bimbo al nido, perché frequentare i coetanei è importante fin da piccoli - e non avendo amichetti vicini, ci è sembrata una buona soluzione anche per questo!

E così, dopo mille corse in riva al mare insieme a Sofia, cercando di costruire un gran castello di sabbia; dopo troppi calci alla palla insieme a Leonardo ed altre monellerie varie, ecco che torna il momento della scuola: quale miglior occasione per crescere ancora, avere un confronto con coetanei (e non solo), sentirsi parte di un gruppo etc?

Nuove emozioni, nuovi amichetti ma tanta voglia di tornare a giocare nello spazio che lo ha coccolato e accolto lo scorso anno.

Vedremo piccoli passi/cambiamenti, che poi diventeranno il nuovo modo di essere, di pensare e di agire del nostro bambino.

E noi, pronto a sostenerlo, a tendergli la mano per non fargli perdere l'equilibrio... ad insegnargli le cose più semplici ed importanti della vita.

A piccoli passi, un giorno per volta, cresce e noi con lui!

La tua favola


E tu lo sai come si fanno i bambini? I bambini nascono grazie agli ovetti della mamma e ai semini del papà.
Questa è la storia di un ovetto speciale, che ha fatto un viaggio molto lungo, molto lungo anche nel cuore della sua mamma e del suo papà.
C'erano una volta due ragazzi che erano davvero tanto innamorati; questi ragazzi stanno insieme, decidono di sposarsi e poi decidono di allargare la famiglia ed avere un bambino.
Ci provavano e ci provavano, ma per quanto ci provassero, questo bambino proprio non voleva rimanere; quando la mamma rimaneva incinta, il bambino poi se ne andava in cielo.
Così dopo che avevano provato per tanto tempo e avevano utilizzato anche la scienza, la mamma ed il papà sono tornati dal dottor A.

Pensando alla paura


Ultimamente, mi sono accorta che sono diventata "più paurosa" o meglio, su certi argomenti, mi sento più "spaventata".

Sarà che avere un piccolo a carico, è un impegno a 360 gradi, specialmente dal punto di vista emotivo. Questa estate abbiamo avuto due lutti importanti in famiglia, quindi forse per questo, inizio a pensare "e se a mio marito succedesse qualcosa?" oppure "se a me succedesse qualcosa?"

Magrezza


Ultimamente sto soffrendo molto sul tema corpo/peso. È un continuo "Come sei magra. Ma mangi?! Ma sei anoressica? Sei sicura di stare bene?" e anche se sorrido, è una cosa che andando avanti nel tempo, mi infastidisce molto.
È come quando dicono "ma come sei ingrassata!!". Ecco, pensiamo che anche al contrario può essere considerato un insulto. Solo che tutti vorrebbero essere magri, quindi per la maggior parte delle persone, fare questo tipo di commento, è quasi un complimento.
Sono sempre stata magra. Sono nata piccola, non sono tanto alta e di peso, non ho mai superato una certa soglia. Neanche in gravidanza sono riuscita ad avere quella forma pienotta che sognavo, ma a parte la panciona, ho arrotondato giusto un po' le guance!

Etichette

aborto (23) adozione (2) alimentazione (9) amicizia (28) amore (214) analisi (59) ansia (58) attesa (160) bambini (102) cibo (8) cinema (8) coppia (166) coraggio (120) daybyday (150) dieta (5) donna (99) emozioni (186) eterologa (36) famiglia (142) fecondazione (138) fertilità (75) figlio (136) film (9) fratello (4) genitore (94) giorno (36) gravidanza (31) io (87) letture (9) maternità (176) matrimonio (71) musica (6) ormoni (61) ovodonazione (29) paura (39) pensieri (120) pianto (36) PMA (196) puntura (35) ricordo (17) sentimenti (170) social (13) sport (5) stimolazione (64) televisione (10) vita (269)